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Grande Dipinto Antico Con Figure
2.500,00€
Grande Dipinto Antico Con Figure del 1700 a olio su tela, in discreto stato di conservazione a prescindere da una vecchia foderatura mal eseguita che si evidenzia nella parte centrale in un’accentuata screpolatura. Detto ciò il film pittorico è ancora originale e coerente. La scena rappresenta l’incontro tra un regnante e dei frati in uno scenario campestre con l’incoronazione di una mitra sorretta da angeli. In primo piano delle armi deposte ed ai lati una moltitudine di personaggi che assistono alla scena. Il dipinto è privo di cornice.
Periodo: 1700
Dimensione Articolo:
altezza: 102,5 cm
larghezza: 142 cm
profondità: 3 cm
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Coppia di Dipinti Antichi con Ester e Assuero del 1700 con cornici d'epoca laccate e argentate. I dipinti di grande formato rappresentano delle scene bibliche animate da personaggi, di area romagnola, provengono da una collezione privata di Milano.
Le tele sono state foderate e restaurate una trentina di anni or sono e si presentano in buono stato generale di conservazione.Questa coppia di quadri antichi con figure sono di grande impatto scenografico, sono dipinte ad olio su tela raffiguranti due vicende della storia di Ester, una giovane ebrea che sotto il re persiano Assuero, salvò il suo popolo dalla persecuzione, grazie al suo coraggio.
La storia racconta di Aman, potente principe alla corte del re Assuero, e del suo malvagio proposito di distruggere tutti gli Ebrei viventi sul territorio persiano, per vendicarsi di Mardocheo, un ebreo che aveva rifiutato di prostrarsi al suo passaggio.
In una tale crisi, era necessario un intervento provvidenziale, che arrivò per mezzo di Ester, una giovane ebrea scelta dal re quale regina e che era nipote di Mardocheo, il quale l'aveva adottata come figlia e cresciuta sotto la sua tutela. Benché Dio non venga mai nominato direttamente, l'intero libro è completamente permeato della sua divina provvidenza.
Il re Assuero, dopo aver bevuto abbondantemente in uno dei suoi banchetti, ordinò che la regina Vasti si presentasse agli ospiti per mostrare la sua bellezza. La regina rifiutò l’invito scatenando l’ira del re che, su consiglio dei cortigiani, ne ordinò la deposizione. Per sostituirla fece cercare nel suo regno una giovane di grande bellezza e, tra le ragazze selezionate, fu scelta Ester.
La scelta arrivò proprio in un momento critico per gli Ebrei, quello del complotto di Aman.Usando come pretesto le leggi e le usanze particolari degli Ebrei, Aman aveva ottenuto di pubblicare, a nome del re Assuero, un decreto che autorizzava l’uccisione di tutti gli Ebrei e il saccheggio dei loro beni in una data ben precisa.
Mardocheo, allora, sollecitò Ester a intervenire in favore del suo popolo.In precedenza, egli aveva sventato una congiura ai danni del re. I due cospiratori, dopo le opportune indagini e verifiche dei fatti, erano stati giustiziati, l’episodio registrato, ma l’azione di Mardocheo era poi finita nel dimenticatoio.
Nella notte decisiva della storia raccontata nel libro di Ester, il re, che non riusciva a prendere sonno, ordinò che gli si leggesse il libro delle Memorie. In tal modo, venne a sapere che il servizio resogli da Mardocheo non era mai stato ricompensato. Il re allora dispose che egli ricevesse una ricompensa pubblica e, per suo ordine, Mardocheo attraversò le vie della città vestito con abiti regali, sul cavallo del re e preceduto dalla persona più importante della corte: Aman.
Mediante una serie di imprevedibili circostanze, alla fine, Aman fu vittima del suo stesso complotto. Ester comunicò al re il piano malvagio del suo dignitario e, siccome non era possibile abrogare l’editto con il quale si ordinava la distruzione degli Ebrei, la regina ottenne che essi potessero difendersi dall’attacco dei loro nemici.
Il popolo ebraico fu salvo e Mardocheo ricevette la più alta carica dello stato dopo il re, al posto di Aman. Tale miracoloso capovolgimento di una situazione disperata fu celebrato in tutto l’impero persiano, ed è ancora oggi ricordato ogni anno dagli Ebrei in ogni parte del mondo, con una festa chiamata Purim.
Non sappiamo come e quando morì la regina Ester, ma è certo che le circostanze della sua vita contribuirono alla sopravvivenza del suo popolo. Con il libro di Ester si conclude la parte storica dell’Antico Testamento.Dipinto del 1700 con La Divina Pastora Maria Santissima. Questo bel quadro devozionale dal carattere intimamente domestico risale al 1700 e proviene da una collezione privata in Piemonte.
Il dipinto ad olio su tela della Madonna con Bambino è ispirato al culto spagnolo della Divina Pastora, nato in Siviglia agli inizi del 1700 in seguito alla visione di un padre cappuccino che vide la Madonna con un mantello azzurro sotto un albero, con un bastone ed un cappello a tesa larga da pastorella. Le pecorelle che la circondavano erano legate tra loro da fili invisibili e tenevano in bocca una rosa. Nell’aria si librava san Michele che andava in aiuto ad una pecora che, essendosi allontanata dal gregge, stava per essere azzannata da un lupo. Dal belato sembrò uscire distintamente il grido dell’ Ave Maria e prontamente l’Arcangelo San Michele intervenne e la Vergine Pastora già teneva in mano una rosa per avvicinare a sé anche quella pecorella smarrita. Nel dipinto in oggetto ogni pecora è marchiata con il simbolo mariano coronato e contiene una sorta di legenda nell'iscrizione posta sul lato dell'abbeveratoio che recita:
LA DIVINA PASTORA MARIA SANTISSIMA Per ogni volta che uno recita avanti ad essa un Ave M.a o un Salve acquista 100 giorni d'indulgenza concessa dalla Santità di Benedetto XIV.....et; mie ....3.17?9. feci P Leonora e Cattarina mie figlie.
Questa amorevole Madonna con Bambino dipinta ad olio su tela risale alla fine del 1700 e si presenta in buono stato di conservazione entro una cornice dorata con piccole mancanze alla doratura.Burla della Botte del Piovano Arlotto copia del Volterrano dipinta ad olio su tela raffigurante un vivace banchetto con numerosi commensali. Si tratta di una copia del dipinto eseguito da Baldassarre Franceschini detto il Volterrano (Volterra 1611-Firenze 1698) nella chiesa di San Cresci a Macioli presso Vaglia (Fi).
L'autore della copia si firma in rosso con monogramma E.T. in basso a sinistra.
Il dipinto narra della Burla della Botte di Piovano Arlotto dipinta per Francesco Parrocchiani: si narra che, invitato a tavola da una combriccola di amici, il Piovano fosse stato richiesto dal padrone di casa di scendere in cantina a spillare una caraffa di vino dalla botte, visto che quello che era in tavola era finito. Il Piovano, pur noiato oltre ogni dire di dover far quella fatica, lui già avanti con gli anni, quando alla tavola sedevano fior di giovanotti, decise da burlone che era di far buon viso a cattivo gioco. Una volta risalito dalla cantina alla mensa con la caraffa in mano, con volto serio si rivolse al padrone medesimo, dicendogli di sbrigarsi ad andare lui medesimo in cantina, visto che aveva dimenticato la botte aperta. Il quadro del Volterrano immortala proprio la scena in cui il padrone di casa, ricevuta la notizia dal Piovano, travolge la sedia per fiondarsi in cantina, scornato lui stesso laddove pensava di burlarsi dell’ ecclesiastico.
Il dipinto si presenta in buono stato di conservazione entro una cornice dorata, anch'essa del 1800, risale al XIX secolo ed è di provenienza italiana.
Nicolò Cercignani detto il Pomarancio la Trasfigurazione dipinto ad olio su lastra di rame di grande dimensione. L'opera è stata eseguita da Nicolò Cercignani detto il Pomarancio (Pomarance 1517 ca - 1597 Città della Pieve) che fu insieme al Ricciarelli uno dei principali protagonisti della pittura manieristica che a Volterra ed in altri centri della Val di Cecina si sviluppò per tutto il Cinquecento, nei tre filoni più significativa; quello colto di derivazione classica che trova espressione sugli esempi altissimi del Rosso; quello riformato di Santi di Tito, del Balducci e del Naldini; quello di ascendenza straniera di Pieter De Witte de Bruges.
Ci sono poi importanti artisti autoctoni come il Cercignani che si inserì nel percorso evolutivo della pittura del secondo Cinquecento, partendo da moti repentini e dai cangiantismi di Rosso Fiorentino e coniugando le formule senesi del Sodoma e del Beccafumi con il gigantismo michelangiolesco.
In questa bellissima trasfigurazione raffaellesca dipinta su rame di insolite dimensioni, il Cercignani riesce a mantenere alla scena un'atmosfera di intenso pathos pur ritraendo i personaggi con espressioni più pacate e meno drammatiche di quelle del dipinto originario.
La scheda è stata redatta dalla galleria antiquaria "Le Quinte di via dell'Orso". Si presenta entro cornice dorata moderna. Buone le condizioni conservative, la lastra in rame è leggermente ondulata sul lato superiore sinistro e la luce UV segnala rivela minime puntinature, cadute di colore, compatibili con l'epoca cinquecentesca.