Fascino, eleganza, storia: i quadri antichi

Il restauro, unico modo per salvare o guarire un'opera d'arte

Il fascino di un quadro antico è senza tempo: a prescindere dall’artista che ha firmato l’opera, il suo valore cresce anno dopo anno, caricandosi di eterna bellezza. Tuttavia, anche e soprattutto i quadri antichi, non sono immuni dal deterioramento dettato dallo scorrere degli anni. Molte sono le patologie che possono affliggere i nostri amati dipinti: strappi, buchi sulla tela, grosse macchie di colore giallo, muffe, scrostamenti del film-pittorico oppure – se il dipinto è stato realizzato su legno – grosse fessurazioni, tavole incurvate o spaccate.

Il laboratorio di restauro in Ghilli Antichità ha un’esperienza di oltre 25 anni nel restauro di quadri antichi e moderni. Restauriamo quadri antichi a Milano e, attraverso spedizione con corriere affidabile e fidato, siamo in grado di soddisfare Clienti in tutta Italia.

Esistono patologie più subdole e non particolarmente evidenti ad occhio nudo: muffe con attacchi biologici o quando la tela è lassa e crea delle crepe al film-pittorico oppure, nel caso delle tavole di legno con infestazioni di tarli.

Se avete la fortuna di possedere un quadro d’altri tempi, non dovete rinunciare ad appenderlo per lo stato in cui versa: nel nostro laboratorio di Milano, mani artigiane esperte nel restauro di dipinti antichi potranno porre rimedio a qualunque tipo di deterioramento del vostro dipinto, riportandolo al suo originario splendore.
Saremo lieti di fornirvi consigli per il restauro di quadri ad olio, antichi e di ogni tipo. Ogni dipinto, antico o moderno che sia, firmato o non, se rovinato e da voi apprezzato merita di essere salvato o “guarito”.

Quali servizi di restauro offre Ghilli Antichità?

  • Foderatura “a pasta”
  • Consolidamento del dipinto antico (risanamento di degradazione ed alterazione della tela, uso del termocauterio)
  • Stuccatura (con stucco preparato in laboratorio in colore)
  • Ritocchi sia con pigmenti naturali, che con colori da restauro
  • Verniciatura a spruzzo, a fiato, a pennello con resine opache, semi-opache e lucide
  • Interventi ai supporti lignei: consolidamento, parchettature, appianamento tavole
  • Esami scientifici come riflettografie con competenze scientifico-tecnologiche in collaborazione con l’Istituto di Fisica
  • Operazioni di doratura in foglia e laccatura

Cos’è il restauro di un dipinto e in cosa consiste?

Il restauro di un dipinto o di un’opera d’arte in generale, è un insieme di operazioni e interventi su un manufatto di valore, che hanno lo scopo di conservare, consolidare, recuperare e restituire all’opera la leggibilità, la funzione o la bellezza originale.

Lo scopo finale di ogni restauro è permettere ad un opera di essere fruita nel tempo in totale sicurezza; questo implica riconoscerne l’importanza storico-culturale ed estetica. Sono fondamentali le caratteristiche dell’opera da restaurare, ma è altrettanto importante l’approccio culturale del restauratore a cui viene rimesso il destino dell’opera da ripristinare. Restaurare un’opera d’arte antica prevede un protocollo di operazioni da eseguire con meticolosa precisione, per questo diventano fondamentali alcuni criteri condivisi. Il primo è un’attenta analisi preliminare e un’indagine approfondita dell’opera, premessa imprescindibile all’esecuzione di un buon restauro.

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Restauro o conservazione? Un dilemma secolare

Tutelare un’opera d’arte e conservarla nel suo stato originale significa mantenere la continuità con la tradizione, permettendo a questa di rappresentare una testimonianza del passato. Non sempre è possibile però conservare un’opera d’arte o un dipinto antico; eventi e congiunture storiche, agenti ambientali, instabilità propria e caratteristiche fisiche dell’opera, l’età di un’opera, possono influire notevolmente nella tutela e nella possibilità di conservarla al meglio. Restaurare significa eliminare le prove del passato e la stratificazione storica, completando in stile le lacune laddove queste esistano e sostituire le parti degradare. Tutto questo rende il restauro una vera e propria progettazione stilistica, estetica e storiografica. Un’osservazione che va sempre tenuta presente è che il restauro di un dipinto antico aderisce sempre al dato storico, pertanto la libertà inventiva del restauratore è ovviamente ridotta. Per questo, prima di decidere di affidare a un professionista un’opera d’arte in vostro possesso, accertatevi che il restauratore sia un ottimo professionista e che abbia moltissimi anni di esperienza nel campo del restauro conservativo.

C’è da dire anche che restaurare significa ripristinare quindi eliminare interventi effettuati nel passato, spesso anche invadenti; il valore di un dipinto antico viene influenzato molto dalla possibilità di leggere tutte le caratteristiche dell’opera, un dettaglio da tenere in seria considerazione prima di mettere in vendita un’opera antica. Il valore di mercato di un quadro è indubbiamente più alto se restaurato da professionisti con esperienza estensiva e nel pieno rispetto del dato storico.

Nel caso del restauro di un lampadario antico il dilemma è meno pressante. Il ripristino di un oggetto di arredamento, quale appunto un lampadario, consiste nel riportarlo all’antico splendore e dargli nuovamente la funzione originale. Un’attività non meno difficile del restauro di un dipinto, ma profondamente diversa, come diverse sono anche le fasi di analisi preliminare e le operazioni di conservazione e ripristino.

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    Cosa deve garantire un restauro?

    Perché scegliere di restaurare un quadro antico?

    Senza dubbio, la prima cosa che un restauro deve garantire è l’aumento del valore di mercato di un quadro o di un’opera d’arte in generale, ottimizzando anche i tempi necessari per la vendita. Un’opera facilmente leggibile, senza difetti sulla tela e sul supporto, luminosa, i cui colori brillano, è sicuramente più facile da alienare che una con difetti immediatamente visibili.

    Un restauro ben realizzato garantisce anche la reversibilità di tutte le operazioni eseguite, assicurando la sicurezza dell’opera restaurata anche in previsione di restauri futuri. Inutile dirlo, restaurare un quadro antico significa mantenere inalterati il carattere socio-artistico e la personalità dell’opera e, allo stesso tempo, garantire la continuità e la qualità dell’opera nel tempo.

    Il Restauro dei Dipinti Antichi: le tipologie

    Il restauro estetico

    Generalmente, per restauro estetico, s’intendono le operazioni atte non a consolidare fisicamente un’opera d’arte, ma a restituire la leggibilità e la riconoscibilità di dipinto antico, di una scultura o di un mobile d’epoca.

    Il concetto su cui si basano tutte le attività che hanno come scopo il ripristino estetico dell’opera è che l’aspetto estetico è molto pregnante in opere come dipinti e mobili antichi, diversamente da quanto accade per l’architettura. Spesso gli edifici nascono in tempi lunghi e questo fa sì che l’apporto estetico dell’autore sia meno significativo, condizionato anche da interventi estetici di autori diversi nel tempo.

    restauro-estetico

    Il restauro conservativo

    Se le operazioni di restauro si limitano a consolidare l’opera così com’è pervenuta, si tratta di un restauro conservativo quindi che mira appunto a consolidare e a conservare piuttosto che a ricostruire parti o elementi mancanti.

    Il restauro conservativo di un’opera d’arte può avere come finalità quella di irrobustire il supporto, rivelare il colore originale, ma anche bloccare il processo di degradazione chimica, migliorare le caratteristiche fisiche dell’opera e così via. Ogni intervento sulla superficie e sul supporto dev’essere eseguito con la massima cura, per evitare di compromettere l’integrità dell’opera.

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    Problematiche spesso riscontrate nella conservazione dei dipinti antichi

    Alcuni difetti dei dipinti antichi causati dal degrado che un restauro può risolvere

    Un dipinto antico può deteriorarsi per una lunga serie di ragioni, sia proprie che ambientali. Nella pluridecennale esperienza Ghilli nel restauro dei dipinti antichi abbiamo riscontrato ogni tipologia di problematica: la craquelure o crettatura è spesso dovuta a motivi ambientali, errori tecnici, ma può essere causata anche dall’invecchiamento dei materiali. Le cadute di colore sono un altro difetto causato dal degrado e sono spesso dovute alla crettatura, che può anche provocare sollevamenti di colore.

    L’alterazione del colore e dei pigmenti è spesso dovuta all’azione della luce, dell’umidità ambientale e degli agenti inquinanti. Alcuni pigmenti antichi, soprattutto quelli di provenienza organica, sono particolarmente sensibili alla luce e tendono a sbiadire nel corso del tempo, mentre altri sono propensi a diventare scuri con l’invecchiamento. Una problematica assai comune è l’ossidazione, una reazione chimica comune nelle associazioni di prodotti non compatibili. Un restauro risulta necessario anche per questioni legate a ridipinture passate, oppure ad antiche operazioni di pulitura, spesso eseguite con sostanze troppo aggressive di provenienza artigianale e che spesso continuavano ad agire e aggredivano il dipinto ben oltre la fase di pulitura.

    Tra i danni al supporto delle opere d’arte, che un accorto restauro può risolvere, elenchiamo le variazioni di forma, deformazioni della tela e del supporto ligneo tra cui imbarcature e arcuature, difetti della tela o delle tavole di legno dovute a variazioni dell’umidità presenti nell’aria, difetti che derivano dalla diminuzione dell’elasticità della tela con il passare del tempo, il che si traduce in una spiccata fragilità.

    Principali fasi d’intervento nel restauro dei quadri

    Conoscere un dipinto antico, la sua storia, i materiali che lo compongono, il suo percorso storico e il contesto socio-culturale in cui è stato realizzato è fondamentale. Più un’opera è di valore, più è importante e propedeutico, nel restauro della stessa, conoscerne ogni dettaglio.

    Il consolidamento della struttura rappresenta un primo step nell’operatività fisica sull’opera da restaurare. Nel caso di squilibri del supporto ligneo, deformazioni o rotture di vario genere, ci sono tecniche specifiche di consolidamento che possono essere impiegate per mettere in sicurezza e consolidare un’opera. Ogni restauro è un caso a sé, da valutare attentamente in base alla tipologia del manufatto, della sua età e dei materiali con cui è stato realizzato.

    Spesso nei restauri c’è il bisogno di intervenire con una pulitura chimica, che ha il compito di togliere patine e depositi, lasciando intatta però l’opera d’arte. La pulitura dev’essere quindi selettiva e non deve lasciare residui di prodotto che nel tempo, possono continuare ad agire e aggredire gli strati dipinti. La pulitura di un dipinto può avere anche lo scopo di eliminare schizzi o ridipinture alterate o che alterano in qualche modo l’opera.

    La foderatura di un dipinto – nota anche come rintelatura – è una tecnica che consiste nell’applicazione di una tela aggiuntiva sul retro di un dipinto. Lo scopo è offrire alla tela originale maggiore potere di sostegno nel caso in cui si presentino tagli, degrado della materia, strappi e così via.

    Primo step nella ricostruzione del colore, parte integrante del restauro estetico, la stuccatura di un dipinto ha come scopo principale integrare una lacuna nel colore. Lo stucco viene applicato solo nella zona in cui si presenta la mancanza di colore e deve creare spessore e aderire perfettamente alla tela o al supporto dell’opera da restaurare. Lo stucco ha una composizione chimica molto variabile, in relazione sempre con la composizione del dipinto e, una volta applicato, viene lavorato impiegando diverse tecniche per imitare la superficie circostante.

    Ecco un video che presenta la pulitura e, in seguito, la stuccatura di una pala d’altare che Isabella Danesini ha restaurato.

    La reintegrazione pittorica ha come obiettivo riempire un’area più o meno estesa in cui il colore di un dipinto manca, ricreando un collegamento cromatico. Solitamente la reintegrazione pittorica viene eseguita con tecniche reversibili così da offrire ai possibili restauri futuri la garanzia di reversibilità.

    La reintegrazione del dipinto può essere realizzata a rigatino o selettiva a rigatino, reintegrazione neutra, imitativa sottotono o per ringranatura. La reintegrazione da una certa distanza non è sempre percettibile, ma risulta evidente da vicino, un aspetto fondamentale nei restauri per evitare problematiche legate al falso storico, soprattutto per i dipinti di valore o molto antichi.

    Applicare un ultimo strato protettivo di vernice dopo le attività di stuccatura e reintegrazione significa offrire al dipinto restaurato una protezione dagli agenti atmosferici e dalla luce. La verniciatura offre al dipinto una ritrovata lucentezza, migliorando l’aspetto e la leggibilità dell’opera. Questa può essere eseguita sia a pennello che a nebulizzazione, mentre l’effetto finale che offre lo strato protettivo può essere – anche in modo significativo – controllato variando la concentrazione di vernice, la sua temperatura, i solventi e così via.

    Partendo dalla consapevolezza che ogni intervento di restauro può apportare stress alle opere d’arte, soprattutto se antiche e di grande valore, si cerca sempre di limitare al minimo indispensabile. Inoltre, nel limitare le operazioni nei restauri delle tele, si garantisce il mantenimento dei manufatti, la loro storia e i dati storici a nostra disposizione.

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