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Riccardo Ricci Pendant di Nature Morte di Fiori
Riccardo Ricci Pendant di Nature Morte di Fiori dipinte ad olio su tela. La prima ritrae una mazzo di fiori entro un albarello in maiolica meridionale riccamente decorato ed incorniciato entro un passe-partout ovale; la seconda ritrae un mazzo di fiori infilati dentro un vaso di terracotta con manico appoggiato su di un piano ricoperto da tovaglia. Entrambi hanno una cornice in legno intagliato e laccato nei toni del torni del verde ossidato; in realtà le cornici hanno lo stesso motivo decorativo ma sembrano essere state realizzate in tempi differenti. In buono stato di conservazione con piccole vecchie riparazioni sul retro della tela. Entrambi i dipinti sono firmati in prossimità della base del vaso a nome Riccardo Ricci, pittore non rinomato ma dallo spiccato senso decorativo. 1950 circa.
Periodo: 1900
Dimensione Articolo:
altezza: 71.5 cm
larghezza: 50 cm
profondità: 3 cm
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Montini Umberto Vaso di Fiori. Dipinto realizzato intorno al 1950 raffigurante una composizione di fiori, firmata U. Montini in basso a sinistra dall'artista milanese Umberto Montini (Milano 1897- Busto Arsizio 1978).
L'opera è dipinta ad olio su tela, con pennellata veloce e vigorosa, spesso materica, ma sempre intensa, dai colori vivaci. Pittura fresca e decorativa, dove il mazzo è composto da fiori comuni e variopinti, margherite, papaveri, gladioli, raccolti disordinatamente in un vaso. Il dipinto si presenta in perfetto stato di conservazione, entro cornice moderna.
Umberto Montini (Milano 1897- Busto Arsizio 1978) Impiegatosi in giovane età presso un laboratorio litografico a causa della difficile condizione economica della famiglia, segue i corsi serali di Brera fino a che, nel 1920, riesce ad iscriversi all'Accademia, dove consegue il diploma in pittura nel 1924 sotto la guida di Ambrogio Alciati. Da quel momento espone con continuità alle mostre della Permanente milanese e alle Sindacali lombarde, affacciandosi alla ribalta internazionale con la partecipazione alle Biennali veneziane (1928, 1930), alla rassegna di Barcellona del 1929 e all'Esposizione Universale parigina del 1937; nel 1938 e nel 1956 saggia anche il mercato sudamericano recandosi in Perù e in Ecuador. Amico dei fratelli Ernesto e Leonardo Bazzaro, coltiva di preferenza la pittura di paesaggio e le vedute milanesi, colte con rapide pennellate nelle brumose atmosfere delle giornate invernali. Significative a questo proposito appaiono le quattro opere conservate alla Galleria d'Arte Moderna di Milano, una delle quali, Giorno di nebbia, si aggiudica nel 1935 il Premio Sallustio Fornara alla Permanente. Quattro anni prima l'artista aveva primeggiato nel Premio Mylius per il paesaggio storico all'esposizione di Brera.
Roberto Rosati Coppia di Dipinti di Fiori 1931 eseguiti su compensato di faggio con pittura ad olio molto materica con piccole cadute di colore come da fotografie allegate. In buono stato, questa coppia di nature morte degli anni '30 si presenta entro due cornici coeve dai profili ebanizzati.
Entrambi le tavole sono firmate e datate dal pittore romano in basso a destra.
Roberto Rosati nasce a Roma nel 1889. Allievo appena tredicenne di Duilio Cambellotti inizia a dedicarsi alla ceramica non ancora ventenne e dopo aver conseguito il diploma di ceramista presso il Regio Istituto d'Arte per la Ceramica di Faenza, nel 1912 fonda, con il finanziamento del critico d'arte e gallerista romano Giuseppe Sprovieri, una fabbrica di ceramiche artistiche a Treia, la "Rosati & Sprovieri", nei pressi di Civita Castellana, nel viterbese, attiva con una produzione ispirata al futurismo fino al 1914. Sino alla sua morte nel 1949 collabora con vari centri della produzione ceramica italiana.