Paesaggio con Figure Scuola Lombarda Inizi secolo XVIII. Si presenta in ottimo stato si conservazione, foderato e restaurato, dipinto ad olio su tela entro cornice lignea laccata moderna.   Allegoria dell´amore e della fertilità. Questo è il tema del dipinto messo in luce dal recente restauro, che, grazie alla rimozione delle ridipinture dell´intervento precedente, ha posto in evidenza le figure di Adone, Venere e Marte.

Il presente dipinto è corredato dall’attestato di libera circolazione.

Fulcro dell’opera è l’albero, associato al culto della madre-terra, i cui riti avevano lo scopo di favorire l’abbondanza dei raccolti; simbolo femminile della fertilità del suolo.

La leggenda narra che Adone, concepito dall’unione incestuosa di Mirra con il padre, nacque dal tronco aperto di un albero. Infatti Mirra sopraffatta dalla vergogna invocò gli dei e fù trasformata nell’albero della mirra.

Adone si trova alla destra del quadro, armato di lancia, mentre caccia con i suoi cani. La sua bellezza era proverbiale e Venere concepì una struggente passione, non ricambiata, per lui.

Un giorno mentre Adone era a caccia, fu ferito mortalmente da un cinghiale; la dea, che passava sul suo carro, accorse in suo aiuto, ma era troppo tardi. La leggenda narra anche che il sangue del giovane fecondi la terra.

La dea raffigurata sulla sinistra del quadro accompagnata dal carro con i cigni (attributo della sua bellezza), si trova sulle rive di una sorgente d’acqua con Marte innamorato di lei. Giacciono insieme, il dio dorme con la testa abbandonata all’indietro. Probabilmente Venere teneva in mano (nell’opera non si vede) una torcia spenta, simbolo dell’assenza di amore da parte di Adone.

Il mito della morte di Adone era tra gli eventi commemorativi dei riti di fertilità (in alcune cerimonie la terra veniva  aspersa dal sangue della vittima sacrificale al quale si attribuiva un potere fecondante), così come Venere e Marte potevano commemorare un fidanzamento (in tal caso nelle vesti dei due personaggi venivano ritratti i due giovani promessi); per questo si pensa che il quadro sia concepito come allegoria dell’amore e della fertilità.