Sei Trompe l’Oeil,  gruppo di sei dipinti su tavola di abete con cornice decorata in bolo armeno rosso e oro. Si tratta di sei deliziosi quadretti nei quali vengono affiancati ritagli di lettere o di appunti manoscritti affiancati a disegni ad inchiostro e pitture di oggetti simbolici quali le lunette, il compasso, le chiavi.

Queste opere della prima metà del 1800 sono ispirate direttamente alla produzione di  Stefano Molinari piuttosto che a quella dei fratelli Della Santa i quali si specializzarono nella Firenze lorenese nell’inganno toccato a penna quale genere esclusivo praticato da pochi pittori miniaturisti, dove il rimando è al gusto di antologia dell’uomo di studi del 1700, sintesi di enciclopedismo ed ecclettismo.

Quindi il gioco della citazione simbolica vede negli occhiali il mezzo per penetrare acutamente la realtà laddove il pittore inventa magari delle finte lacerazioni nei fogli, piuttosto che nel compasso quale rimando alle misurazioni scientifiche  antitetiche rispetto alla realtà illusoria; le chiavi come strumento di accesso tra i due universi, quello accademico scientifico e quello artistico illusorio. Questi dipinti forse sono il frutto di un gioco più che di un genere pittorico come anche nei modi di Gentiluccio Rocchi dove carte e oggetti quotidiani vengono accostati alla rinfusa.

In perfetto stato di conservazione provengono dalla Toscana.