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Sadeler incisione al bulino del 1598
300,00€
Sadeler incisione al bulino del 1598 tratta dalla serie “Oraculum Anachareticum” stampata a Venezia su disegni di Martin de Vos. Il foglio ha ampi margini con segni di nastro adesivo in prossimità degli angoli. L’incisione rappresenta Paolo di Tebe l’eremita al tempo dell’imperatore Decio.
Jan e Rafael Sadeler arrivarono in Italia nel 1593 provenienti da Anversa, il centro mondiale della stampa, ed crearono una stamperia in Venezia nel 1596/97.
Periodo: 1500
Dimensione Articolo:
altezza: 25.5 cm
larghezza: 35 cm
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"Vestigii del circo di Caracalla vicino alla via Appia et chiesa di S. Bastiano il quale serviva anticamente a celebrare feste, et altri diversi giuochi la sua lunghezza è canne 223 la larghezza 33,5 oggidì questo luoco è un prato al segno A era un tempio di marte secondo li vestiggii che si vede". Veduta tratta dalla serie "Vestigi delle Antichità di Roma Tivoli Pozzuolo et altri luoghi", che il Sadeler incide, riprendendole dalla serie del francese Stefano Du Pérac, con la tecnica del bulino e in formato ridotto.
L'opera consta di 50 tavole pubblicate da Marco Sadeler nel 1606 a Praga, attivissimo centro culturale, con lo stesso titolo "Vestigi delle Antichità di Roma" e le medesime descrizioni del Du Pérac in lingua italiana, senza citare l'inventore. Incisore di corte presso Rodolfo II, il Sadeler aveva compiuto viaggi in Germania e in Italia, soggiornando a Roma nel 1593. Nella sua opera compaiono però anche vedute di "... Tivoli, Pozzuolo et altri luochi" che mancano in quella del Du Pérac (sono tredici le tavole nuove) nelle quali viene accentuato l'aspetto naturalistico.
In perfetto stato di conservazione con ampi margini, si presenta entro cornice in noce.
Si tratta di uno dei repertori iconografici più importanti per gli appassionati viaggiatori del Grand Tour.
Sepolcro di Cecilia Metella. Bella incisione all'acquaforte del 1796 ad opera di Francesco Morelli con dei personaggi in primo piano; presenta una piccola lacerazione nella parte bassa ed è stata ridotta nei margini.
...."Oggi sono stato alla Ninfa Egeria, poi alle Terme di Caracalla e nella Via Appia a vedere le tombe ruinate e quella meglio conservata di Cecilia Metella, che dà il giusto concetto della solidità dell'arte muraria. Questi uomini lavoravano per l’eternità ed avevano calcolato tutto, meno la ferocia devastante di coloro che sono venuti dopo ed innanzi ai quali tutto doveva cadere"... così J.W. Goethe viaggiatore per antonomasia nel Grand Tour descrive questo monumento nel 1786.
François Morel nacque verso il 1768 nella Franca Contea e morì dopo il 1830. Fu allievo del Volpato. Lavorò in Italia e soprattutto a Roma dove incise dei soggetti religiosi e dei paesaggi. Cfr. E. Benezit, Vol. 9, pag. 833, Grund 1999.
Si presenta entro passe-partout rosso pompeiano, con cornice lignea ebanizzata.