Giuseppe Raggio Marina 1889 dipinto ad olio su tela raffigurante un paesaggio con figure ed animali,  una marina con imbarcazioni a vela e in primo piano, vicino ad un ragazzo seduto, degli asini.

In buono stato di conservazione, il dipinto è firmato e datato in basso a destra G.Raggio – Roma 89 si presenta entro una cornice in legno intagliato e dorato con ampia battuta.

Nato a Chiavari nel 1823, l’artista abbandonò presto la carriera di ufficiale di Marina ed espose a Genova le sue prime opere pittoriche. Si trasferì a Firenze per seguire i corsi all’Accademia di Belle Arti. Interessato in primo tempo a temi religiosi, suggestionato dal pittore aretino Pietro Benvenuti, subì poi l’influenza dei Macchiaioli, specialmente di Giovanni Fattori e aderì al suo progetto di rinnovamento della pittura, in chiave verista.

Nel 1848 si trasferì a Roma dove cominciò a interessarsi alla pittura  del paesaggio, ripreso dal vero. Rappresentava la campagna romana: scenario grandioso, di bellezza e di fatica, di miseria e di desolazione, ma con istanti di simbiosi tra uomo e natura, con i contadini al lavoro, le mandrie di bufali, i butteri a cavallo. Giuseppe Raggio visitava le paludi Pontine e il grossetano, appassionandosi anche a temi sociali e affascinato dalla solitudine della campagna romana.

Nel 1890 fu tra i fondatori della associazione di artisti In arte libertas, ideata da Nino Costa, e nel 1904 aderì al gruppo dei XXV della Campagna romana. Prese parte alle Biennali di Venezia del 1899 e del 1903; all’Esposizione internazionale di Milano nel 1906 e alla Mostra di belle arti, parte dell’esposizione nazionale per il cinquantenario dell’Unità d’Italia. Il dipinto Amor materno, che rappresenta un gruppo di puledri che si stringono intorno alla loro madre, piacque tanto alla regina Elena che lo acquistò. Insieme al dipinto Buoi col bifolco si trova oggi nella quadreria del Quirinale.

Giuseppe Raggio morì in completo isolamento, a Roma  nel 1916, a 93 anni.