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Albrizzi Venezia 1751 Sei Vedute di Milano
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Albrizzi Venezia 1751 Sei Vedute di Milano. Serie di sei incisione all’acquaforte raffiguranti vedute milanesi della metà del XVIII secolo tratte dall’opera di Thomas Salmon (Londra 1679 1767) Lo stato di tutti i paesi e popoli del mondo naturale politico e morale con nuove annotazioni e correzioni degli antichi e moderni viaggiatori, monumentale opera pubblicata da Giambattista Albrizzi in Venezia, 1737/66. L’opera – in ventisette volumi – il cui titolo originale era Modern history, or the present state of all nations”, fu tradotta dall’inglese e stampata in Venezia dall’Albrizzi e traccia una analisi storica delle nazioni del mondo arricchita dalla descrizione geografica e artistica delle città. All’interno preziose incisioni su rame raffigurano il territorio, le vedute e i monumenti.
In particolare, questa serie di vedute milanesi animate da personaggi riporta le seguenti didascalie:
Prospetto della chiesa di Santa Maria presso a San Celso, in Milano; Colonnato di Pietra dinnanzi alla Chiesa di San Lorenzo in Milano; Porta Romana della città di Milano; Veduta del Castello di Milano; Il Grand’Ospitale di Milano; Facciata della Chiesa di San Fedele dei P.P. Gesuiti in Milano.
In buono stato di conservazione, queste sei incisione in rame settecentesche provengono da una collezione privata e si presentano entro cornici moderne in noce, con gli angoli ebanizzati. Il solo foglio misura cm. 18 x 23.
Periodo: 1700
Dimensione Articolo:
altezza: 39.5 cm
larghezza: 44.5 cm
profondità: 1.5 cm
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Arco di Porta Ticinese in Milano, Naymiller incise & Landini acquarellò, 1840 ca, acquatinta. inserita nell'opera "Souvenir de Milan" edita a Milano presso Bossi Antonio Piazza del Duomo n° 4079 [1828-40]. "Milano nelle vecchie stampe" a cura di Paolo Arrigoni 1969 vol I n° 163, pag 54. In buono stato di conservazione.
La porta fu progettata da Luigi Cagnola in stile Neoclassico e costruita fra il 1802 e il 1814. Nel 1815, al termine delle guerre napoleoniche vi fu posta l'iscrizione latina «paci populorum sospitae» («alla pace liberatrice dei popoli»).
La porta venne posta a cavallo del fossato scolmatore della darsena del Naviglio Grande, esternamente al tracciato delle mura spagnole, per costringere al pagamento del dazio chi entrava in città.
Tradizionalmente nella cultura popolare milanese è nota anche come porta Cicca, dallo spagnolo chica, ossia "piccola".
Barriera di Porta Orientale 1840 circa, acquatinta eseguita da anonimo. Inserita nell'opera "Souvenir de Milan" edita a Milano presso Bossi Antonio Piazza del Duomo n° 4079 [1828-40]. "Milano nelle vecchie stampe" a cura di Paolo Arrigoni 1969 vol I, pag 54.
Oggi nota come Porta Venezia, venne realizzata fra il 1826 ed il 1828 su progetto dell'architetto bresciano Rodolfo Vantini, a seguito di un concorso bandito nel 1826 (cui parteciparono 32 concorrenti). Nel 1833 vennero collocate le statue e i rilievi che dettero all'opera il suo aspetto definitivo.
L' acquatinta è una incisione indiretta per il tramite di un acido che ha effetti simili all'acquerello ottenuti con una lastra granulata. La granulazione si effettua facendo cadere sopra la lastra calda granelli di bitume, che fondono attaccandosi alla lastra e formano un fondo più o meno denso.
L'acquatinta è una tecnica di carattere tonale : anziché formare l'immagine attraverso una serie organizzata di segni, realizza aree di intensità e forma controllata. Per fare ciò si interviene sulla matrice con uno speciale trattamento che riesce a corrodere la superficie della lastra determinando rugosità che trattengono l'inchiostro di stampa ; tale rugosità viene detta granitura.