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Il Duomo di Milano, bellezza e storia della cattedrale lombarda

Storia della cattedrale meneghina

Il Duomo di Milano, simbolo del capoluogo lombardo e situato nell’omonima piazza, è la cattedrale più grande d’Italia, e la quinta nel mondo per ampiezza. Ammirato in tutto il mondo, il Duomo è uno dei luoghi di culto più celebri della cultura italiana, e uno dei più frequentati e fotografati di Milano; ogni anno ospita migliaia di turisti, provenienti da tutta Europa e da diverse parti del mondo.

Fonte di ispirazione per numerosi canzonieri, cineasti e pittori, la storia del Duomo di Milano e della sua “Madunina” ha dell’incredibile! Basta pensare che i lavori di costruzione hanno avuto inizio nel lontano 1300 e sono stati ultimati a fine Ottocento, con continui lavori di ristrutturazione e di manutenzione, proseguiti fino verso la fine degli anni ’80 del secolo scorso. Infatti, il suo stile architettonico è un mix di contraddizioni, frutto di lavori e di re-interpretazioni secolari, al quale hanno contribuito nomi importanti, come Leonardo da Vinci, Il Bramante e perfino Napoleone Bonaparte, che ha avviato i lavori di restauro nell’Ottocento. Il Duomo in origine non doveva essere così come lo conosciamo oggi, nel corso della storia qualcosa ha radicalmente cambiato le sorti rispetto al progetto iniziale. Vediamolo con un breve excursus storico.

Il Duomo nasce nel luogo dove anticamente si trovava la cattedrale di Santa Maria Maggiore, demolita dopo il crollo del suo campanile. Venne fatto erigere per incarico dell’arcivescovo Antonio de’ Saluzzi, la cui primaria intenzione era quella di far costruire una cattedrale più grande della precedente, nel luogo più antico della città; il progetto originale prevedeva la costruzione di un edificio di mattoni, secondo lo stile gotico-lombardo.

Cirano Castelfranchi Cavalcavia di Corso Buenos Aires 1930

Fu il Duca di Milano, Gian Galeazzo Visconti, a imporre importanti modifiche al progetto intorno al 1387, a partire dal materiale col quale sarebbe dovuta essere costruita la cattedrale, sostituito dal marmo di Candoglia, ben più prestigioso del mattone, e dallo stile architettonico, sostituito dal neogotico. L’idea del Duca era quella di dare alla sua città un edificio glorioso, che potesse incarnare le ambizioni di espansione del suo Stato. I lavori del Duomo vennero progettati, diretti ed eseguiti da ingegneri e operatori provenienti da diverse parti d’Italia e di Europa, ciascuno con il proprio “modus operandi”, e in un clima di forti tensioni: questo giustificherebbe le diverse linee lavorative e gli stili differenti che caratterizzano il Duomo, per lo più gotico-lombardo. Malgrado ciò, quello a cui verrà data origine diverrà l’opera unica e di bellezza straordinaria che tutti noi oggi conosciamo.

In principio, la piazza del Duomo era parecchio trafficata e popolata da una rete di tram interurbani, come testimoniano vecchi video e fotografie della metà dell’Ottocento; tra il rosso degli edifici di mattone circostanti, il gigante bianco emergeva imponente, come un elemento a sé stante e in forte contrasto con l’architettura circostante. Per evitare crolli e salvaguardare l’incolumità del Duomo, nel 1969 la zona verrà chiusa al traffico automobilistico, divenendo area pedonale.

Il Duomo presenta una pianta a croce latina, con cinque navate, un presbiterio profondo con un deambulatorio con abside poligonale; all’incrocio dei bracci del Duomo si eleva il tiburio, che racchiude al suo interno la cupola. È popolato da più di 3400 sculture del periodo storico che va dal XIV e al XX secolo, ed è arricchito da nicchie, trafori e ben 145 guglie di diciassette metri, tra le quali emergono teste di esseri demoniaci e mostruosi. La cattedrale lombarda presenta ben cinquantacinque vetrate monumentali, testimonianza della gloriosa arte vetraria italiano-fiamminga-tedesca che si è estesa tra il periodo rinascimentale, fino ad arrivare al tardo novecento. Sulla guglia più alta del Duomo si trova la Madonnina, comunemente chiamata “Madunina”, la statua della Madonna Assunta in rame dorato, divenuta presto simbolo per antonomasia della città lombarda, al di là della sua connotazione religiosa. I portali del Duomo, originariamente di legno, sono delle vere e proprie sculture in bronzo, su di essi è raccontata la vita della Vergine Maria, la vita di Sant’Ambrogio e la storia della città.

 

Monumenti e altre visioni: Milano raccontata attraverso le stampe

“Milan l’è on gran Milan”. In parole, su carta o sulla tela, sono numerosi gli artisti che nel tempo hanno voluto rendere omaggio alla metropoli lombarda. Partendo dal milanese Paolo Mezzanotte, il grande architetto della Borsa noto anche per le sue abilità pittoriche, fino ad arrivare a Durelli, Bonamore e Citterio, sono diversi i pittori che tramite disegni, schizzi e stampe, hanno ritratto i principali quartieri della vecchia Milano e i monumenti più importanti della città, immortalando dal loro punto di vista anche frenetici momenti di vita milanese. A partire dal 1866, sarà il quotidiano Il Secolo Illustrato della Domenica, non più in stampa dal 1946, attraverso le sue stampe, a raccontare all’Italia intera le evoluzioni che investono gradualmente Milano, gli istanti di vita quotidiana e le occasioni di festa, come il carnevale e le corse all’Ippodromo.

È sempre affascinante vedere come le stampe antiche e le vecchie fotografie riescano a restituire vita a momenti e istanti del passato. Osservare come una città è cambiata nel corso delle varie epoche, o come la rete urbana pian piano si sia ampliata, o ancora, osservare come le abitudini vestiarie comuni abbiano subito una metamorfosi incredibile, è spesso un piacevole shock visivo. E la città di Milano, nel corso del tempo, ne ha subiti parecchi di cambiamenti, e di molto importanti.

Stampa Antica con le Corse dei Cavalli ala Trotter di Milano nel 1896

La Ghilli Antichità vanta un’importante collezione di stampe d’epoca della Milano antica, acquatinte e xilografie esclusive, capaci di catapultare chiunque le osservi in un viaggio nel tempo nei luoghi più popolari della Milano di fine Ottocento. Se siete amanti delle stampe antiche e desiderate dare inizio a un’eccezionale collezione, qui sotto vi proponiamo alcune interessanti stampe dei posti più famosi e suggestivi di Milano, tutte reperibili nel nostro catalogo. La prima stampa che vi presentiamo è quella delle Corse dei Cavalli al Trotter di Milano datata 1896. Disegnata da Antonio Bonamore per Il Secolo Illustrato della Domenica, la stampa raffigura il momento delle corse dei cavalli che si svolgevano con cadenza fissa a nella città lombarda. Un evento che richiamava ogni volta un vastissimo pubblico eterogeneo, di donne con abiti eleganti e copricapo vistosi, e di uomini in completi scuri, che scommettevano ciascuno sul cavallo per loro più promettente. L’incisione presenta profili acquerellati, e racconta di un momento di euforia, quello della gara ippica appunto, che si svolgeva oltre la recinzione di legno; il pubblico ordinario ammirava la competizione dal giardino esterno, mentre le strutture sopraelevate in legno, anch’esse nella parte retrostante, erano riservate all’élite.

La xilografia di Linzaghi, sempre per Il Secolo Illustrato della Domenica, ritrae invece Via Dante di Milano nel 1893. La popolare strada del centro di Milano è qui raffigurata al crepuscolo, fitta di gente in elegantissimi abiti, durante un giorno festivo. Via Dante è irradiata da grandi illuminazioni, per strada coppie di signore con ampi abiti decorati con pizzi e merletti, e grandi copricapo, gentil signori con il cappello e bambini con l’abito della festa. Come oggi, anche nel tardo Ottocento la nota via milanese era parecchio affollata.    

Il Carnevale a Milano anche nel secondo ‘800 richiamava un vasto numero di spettatori, come è possibile vedere dalla xilografia firmata ancora una volta Bonamore per settimanale Il Secolo Illustrato, con data 1895. Nel chiuso del Teatro Lirico di Milano, l’artista immortala un momento del veglione dei Fiori, l’occasione di festa serale prima dello svolgimento della manifestazione. L’intero teatro è addobbato con festoni e composizioni floreali, dalle logge vengono lanciate rose, in un tripudio di danze movimentate, maschere e abiti vistosi.

Per quanto riguarda le stampe dei monumenti più noti di Milano, abbiamo qui la veduta dell’Arco del Sempione datata 1820-21. L’acquatinta di Durelli, incisa da Basioli, in cornice d’epoca, presenta una veduta ¾ dell’Arco della Pace; sono notevoli gli effetti chiaroscurali e la straordinaria resa dei materiali, capaci di dare valore quasi tattile alle superfici. Nella parte anteriore, tre baldi cavalieri in movimento.                 

L’eccezionale veduta animata di piazza del Duomo ritratta da Zucoli del 1830 circa, offre invece una panoramica straordinaria della piazza principale meneghina. Il Duomo è l’elemento centrale del dipinto, seppur leggermente in secondo piano, nel pieno rispetto delle regole della prospettiva. La piazza è popolata da un numero esiguo di persone, raffigurate in un momento di vita qualunque, sulla sinistra il loggiato con qualche banchetto, sulla destra del dipinto invece presenta il susseguirsi degli edifici storici, in un sapiente gioco di luci e ombre.        

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