Il legno è un materiale naturale da sempre impiegato per la realizzazione di mobili e di oggetti d’arredo. Essendo molto delicato, ha bisogno di essere nutrito e preservato nel modo adeguato dalla polvere, dall’umidità e dai prodotti chimici usati per la sua pulizia. Esistono diversi metodi per proteggere, lucidare e conservare la naturale bellezza dei mobili in legno, specie quelli di antiquariato, il migliore è sicuramente quello di applicare sulla superficie del mobile un prodotto di finitura.
La finitura a cera è la più antica e la più utilizzata per proteggere i mobili dall’usura: oltre ad essere di facile applicazione, consente di proteggere il legno a lungo, conferendo all’opera un finish molto naturale. La più usata per la finitura dei mobili è certamente la cera d‘api: un tempo disponibile soltanto in panetti solidi di diverso colore, oggi la cera d’api la si trova in commercio anche già pronta per l’uso in diverse formulazioni. Vediamo insieme come applicare la cera sui mobili antichi per restituire loro il fascino perduto.
Come applicare la cera d’api sui mobili in legno antichi
Preparare la cera d’api

La cera d’api, come abbiamo anticipato sopra, si presenta generalmente allo stato solido, sotto forma di panetti di diverse colorazioni, che vanno dal giallo chiaro fino al marrone scuro. Per poter essere applicata sulle superfici dei mobili, la cera non può essere utilizzata nel suo stato originale, ma necessita di un processo di preparazione per portarla allo stato liquido, così da poterla stendere sulle superfici da trattare.
La preparazione della cera d’api per applicazioni sui mobili è definita encaustico e prevede lo scioglimento della cera all’interno di un solvente, di norma l’essenza di trementina – un solvente vegetale dalle tonalità che ricordano la resina delle conifere -, a basse temperature.
Per preparare l’encaustico occorre scorporare una quantità esigua di cera (ad esempio 120 gr.) riducendola in piccoli cubetti da 1 cm circa e porla all’interno di un contenitore, aggiungendo l’essenza di trementina (circa 80-100 gr.). Si scalda il tutto a bagnomaria, mescolando di tanto in tanto fino ad ottenere un composto fluido e omogeneo e quando la cera è completamente sciolta è pronta per l’uso. Nel caso di cera d’api già pronta all’uso, tutti questi passaggi risultano superflui e si può passare direttamente al trattamento.
Finitura a cera con pennello o spazzola
La cera si può applicare con un pennello da pittura oppure con una spazzola a setole morbide. In entrambi i casi, si stende la cera lungo tutta la superficie del mobile (precedentemente pulita dai residui di sporco e di polvere) avendo cura di non produrre accumuli, ripetendo l’operazione fino ad ottenere la nuance desiderata. Ultimata la finitura, si lascia asciugare la cera alcune ore in modo da permettere al mobile di assorbire il prodotto. Trascorso il tempo di posa, non resta che passare la superficie con un un panno di lana o in cotone intiepidito per aumentare la lucentezza.
La quantità di prodotto necessaria non è standard, può variare a seconda delle esigenze e del tipo di legno sul quale la cera andrà stesa. In linea generale, i legni duri necessitano di una quantità più diluita, mentre i legni più teneri e porosi devono essere trattati con un prodotto più concentrato.
Finitura a cera con il tampone

Un metodo alternativo per applicare la cera d’api sulle superfici dei mobili in legno è il tampone. Si tratta di una tecnica di applicazione molto antica ed efficace per la sua capacità di penetrare nelle fibre più interne del legno, permettendo così di ottenere un risultato più preciso ed omogeneo.
Per realizzare un tampone occorre prendere un batuffolo di cotone o di feltro grande quanto un pugno, inserirlo all’interno di una pezza di cotone – ripiegando verso il centro i quattro lati così da inglobare il batuffolo -, in modo da formare un sacchetto. A questo punto inserite il fantoccio al centro di una più ampia tela di lino e, ripetendo l’operazione, formate un nuovo sacchetto.
Le caratteristiche del tampone cambiano a seconda del suo impiego e delle dimensioni del mobile da trattare: in genere, per un mobili in legno di grande volume si utilizza un grosso tampone in modo da effettuare un numero minore di passate, viceversa per mobili di dimensioni ridotte sarà più indicato un tampone particolarmente piccolo.
Per effettuare il trattamento di finitura a tampone, dopo aver bagnato il batuffolo all’interno, si impugna il tampone e lo si fa scorrere lungo tutta la superficie, premendo maggiormente verso la fine per far penetrare maggiormente il prodotto. Il tampone consiste, dunque, in una continua e ininterrotta sovrapposizione di sottilissimi strati di cera, fino ad ottenere lo strato di copertura desiderato.
Stucco di cera
Un uso alternativo della cera è quello di stucco per eliminare piccole imperfezioni sulle superfici dei mobili. È importante tenere presente, però, che la cera non può sostituire del tutto lo stucco vero e proprio, dato che non indurisce e non può garantire una copertura duratura nel tempo. Il suo impiego va dunque limitato alle zone non soggette ad urti.
La modalità di applicazione dello stucco a cera è alla portata di tutti: dopo aver fatto sciogliere a bagnomaria la cera d’api vergine insieme all’essenza di trementina, si aggiungono i pigmenti secchi per ottenere la colorazione voluta e, una volta amalgamato tutto il composto, lo si fa raffreddare all’interno di un piccolo contenitore. Usando una spatola, si preleva una piccola quantità di stucco di cera e lo si fa penetrare nei fori e nelle piccole crepe, togliendo l’eccesso. Una volta raffreddato lo stucco, si passa uno straccio di cotone o di lana strofinando energicamente nelle zone interessate, per omogeneizzare la parte stuccata con l’intera superficie.