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Ceramiche artistiche a Faenza, tra storia e tradizione

Quando si parla di ceramiche non si può che menzionare Faenza. Lo stesso toponimo è diventato nel tempo sinonimo di ceramica in diverse lingue, come il termine inglese “faience” o il francese “faïance”, ancora oggi utilizzati come analogo di maiolica. Le ceramiche di Faenza hanno radici lontane, le prime botteghe di ceramisti risalgono al I secolo A.C., favorite dalla facile reperibilità di argilla – materia prima utilizzata per la lavorazione della ceramica, sia nelle colline faentine che lungo i depositi del fiume Lamone -, e dalla posizione strategica per le comunicazioni tra Emilia-Romagna e Toscana. In questa prima fase la produzione ceramista è destinata perlopiù all’uso domestico: è semplice e funzionale per l’utilizzo quotidiano.

Con l’avvento del Rinascimento la tecnica viene affinata, le ceramiche iniziano ad arricchirsi di complesse varianti cromatiche e decorative e ad essere esportate in diverse città europee. In questo periodo il repertorio decorativo si caratterizza per una forte influenza dell’arte orientale, in modo particolare bizantina e araba, e le ceramiche si ornano del tipico motivo a occhio di penna di pavone, ma raffigurano anche figure umane e scene tratte dalla mitologia e dalla religione.

È con la diffusione dei “Bianchi di Faenza”, negli anni Quaranta del Cinquecento, che Faenza conquista quella fama di “città della ceramica” che si sarebbe sviluppata fino ai giorni nostri e l’avrebbe resa celebre in tutto il mondo. Nel XVI secolo l’arte ceramista è al vertice del virtuosismo e della maestria tecnica e tutto ciò si traduce in produzioni di ceramica di elevato valore estetico e tradizionale, ispirate a forme, stili e decori che costituiscono ancora oggi gli elementi tipici del patrimonio storico-culturale faentino.

L’arte della ceramica di Faenza viene tutt’oggi tramandata nelle botteghe artigiane, custodi di un antico sapere che è stato capace di innovarsi e di rinnovarsi nel tempo, mantenendo vivo il patrimonio del passato. I maestri maiolicari conservano ancora l’abilità tecnica e l’orgoglio dei loro avi, con un occhio rivolto al progresso e alla contemporaneità: il risultato di questa arte centenaria è un universo sfaccettato dove i manufatti tradizionali si combinano con altre sperimentazioni artistiche, andando a costituire un patrimonio di inestimabile valore.

A testimonianza che Faenza è il cuore pulsante dell’arte ceramica, le decorazioni ceramiche che ornano ogni facciata e ogni portone della città e le moltissime botteghe dislocate nel centro storico e nei dintorni immediati, ognuna con il suo stile e le sue peculiarità, che da cinquecento anni tengono in vita questa nobile arte, oggi insignita del marchio DOC.

I luoghi della ceramica faentina

Il vero scrigno dove sono conservati e trasmessi i segreti dell’arte maiolicara sono le botteghe, sparse per il centro cittadino, dove gli artigiani forgiano a mano tradizionali maioliche nelle forme di vasi, versatoi, piatti, teiere, centrotavola, albarelli da farmacia, ma anche di oggetti di uso comune come lampade o numeri civici. Il fascino delle maioliche e delle ceramiche di Faenza sta proprio nella decorazione, così ricercata e raffinata, e nella bellezza dello smalto utilizzato, evidente soprattutto nei cosiddetti “Bianchi di Faenza”.

Il vero patrimonio artistico-culturale è tuttavia racchiuso nel Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza (1908), dal 2011 riconosciuto “Monumento testimone di una cultura di pace” dall’UNESCO quale “espressione dell’arte ceramica nel mondo”. Un luogo che nasce per acquisire, conservare ed offrire alla pubblica fruizione collezioni di ceramica antiche e contemporanee uniche al mondo: un repertorio di oltre 13.000 opere provenienti da ogni epoca e continente, alcuni dei quali prodotti da nomi celebri come Matisse, Picasso e Chegall.

Al Museo Carlo Zauli di Faenza (2002) è possibile, invece, respirare l’antica atmosfera del laboratorio artigianale. Costruito in omaggio a uno dei più grandi e rappresentativi scultori del panorama artistico locale, il Museo Carlo Zauli promuove il lavoro e la storia dell’artista, con un’attenzione particolare alla ceramica.

 


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