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Arte cinese: le porcellane della famiglia verde

Cina: le porcellane della Famiglia Verde

Il termine «famiglia verde» compare per la prima volta nel 1862 in “Histoire Artistique, Industrielle et Commerciale de la porcelaine”, un volume sulla storia della porcellana redatto dagli storici francesi Albert Jacquemart e Edmond Le Blant. Da quel momento in poi entra a far parte del lessico comune di esperti e studiosi di antichità per identificare una varietà di porcellana cinese caratterizzata da decori policromi accostati a smalti traslucidi in cui il colore verde risulta predominante.  La tavolozza della porcellana cinese della famiglia verde, nota anche come yingcai  – letteralmente “colori duri”, usato per descrivere la brillantezza degli smalti, in contrapposizione a ruancai (“tonalità morbide”) e fencai (“colori tenui”) -, comprende una gamma variegata di smalti trasparenti, dove le differenti tonalità di verde sono tradizionalmente combinate nel decoro con il colore giallo, rosso corollo, nero, porpora, blu e oro.

I manufatti in ceramica verde sono caratterizzati da contorni di colore nero o rosso, a seconda dei soggetti raffigurati; tuttavia, è la presenza dello smalto blu, applicato sopra vetrina, a rappresentare la vera novità di questo tipo di porcellana. All’interno delle porcellane verdi cinesi si distinguono inoltre degli esemplari nei quali gli smalti sono applicati sul manufatto cotto ma non invetriato, chiamato “biscuit”. Quest’ultimi venivano realizzati con l’impiego di solo quattro colori: il verde ovviamente, il giallo, il porpora melanzana e il nero. 

Un’altra variante del decoro “famiglia verde” è quella costituita dalla tecnica sancai (tre colori), già in voga in epoca Ming (1368-1644), che si distingue per l’applicazione di smalti verdi, gialli e porpora melanzana sulla superficie non invetriata degli elaborati. Le porcellane biscuit cinesi decorate nello stile “famiglia verde” venivano solitamente impiegate per scopi ornamentali, anche se una corposa quantità di vasellame era destinata alla produzione di servizi da tè e da caffè per il mercato estero.

Tra le decorazioni più diffuse vi sono i motivi geometrici e floreali, soggetti taoisti, paesaggi, insetti, animali fantastici, simboli che rimandano al tema della longevità e della felicità e scene figurative tratte dal teatro popolare, che venivano dipinte su un fondo bianco, rosso, blu oppure oro a coprire l’intera superficie di vasi, piatti e complementi di arredo.

La produzione delle porcellane della famiglia verde vide il suo momento più alto nel XVII e nel XVIII secolo, durante il regno dell’imperatore Kangxi (1662-1722). Si trattava di oggetti concepiti ad assolvere varie funzioni, le cui forme presentano analogie con i vasi policromi bianchi e blu e con i modelli metallici della tradizione islamica e indiana: dalle tazze ai piatti, alle brocche, alle statuine con soggetti umani o zoomorfi. Oltre alla qualità manifatturiera, era il marchio che veniva impresso sulla superficie dei manufatti a decretare la preziosità di questa tipologia di porcellane; le più rare erano quelle destinate alla collezione personale dell’imperatore, contrassegnate con la dicitura Kangxi yuzhi (“realizzata per l’uso dell’imperatore Kangxi”) in blu di cobalto. 

A differenze delle più comuni porcellane verdi Kangxi nianzhi (“Fatto durante il regno di Kangxi”), prodotte nelle fornaci imperiali di Jingdezhen, le porcellane Kangxi yuzhi venivano realizzate per mano di artisti attivi nella Città Proibita di Pechino, che lavorano a diretto contatto con l’imperatore: era la natura stessa dell’iscrizione, dunque, a decretare la pregevolezza delle porcellane della famiglia verde Kangxi yuzhi. Le porcellane della famiglia verde Kangxi nianzhi erano tuttavia molto più rare rispetto alle marche di regno degli altri sovrani delle dinastie Ming e Qing (1644-1911). Sarà però con la dinastia Quianlong che la produzione delle porcellane verdi si fa più intensa.

Nel 1720 le porcellane della famiglia verde vedranno un momento di declino, dovuto all’affermarsi di nuove tonalità cromatiche che attraevano maggiormente i collezionisti orientali ed europei, come le porcellane della famiglia rosa e gialla, anche se la produzione della porcellane della famiglia verde continuerà per tutto il XIX secolo. 

La valutazione delle porcellane cinesi antiche della famiglia verde è al momento molto alta dal mercato antiquario, proprio in virtù della forte domanda che l’attuale mercato antiquario cinese ne fa.

Immagine in evidenza: coppia di potiches Famiglia Verde, dinastia Qing XIX secolo, courtesy Pandolfini Casa d’Aste


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