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Il mobile lombardo: storia, tradizione, influenze

Addentrarsi nel mondo dell’origine e della storia del mobile lombardo non è un’impresa semplice. Nel corso dei decenni le influenze sono state parecchie, così come le similitudini con altri generi, in particolare con le produzioni venete, tanto da mettere a lungo in crisi il mercato antiquario.

A renderne ancora più ostile l’identificazione, c’era il fatto che nella seconda metà del Settecento in Lombardia furono realizzati una gran quantità di mobili di chiara influenza veneta, e per molto tempo diversi storici antiquari hanno mancato nella loro catalogazione, classificandoli come mobili veneti. Avvenne soprattutto per la produzione mobiliera di due territori contigui, ma dai tratti culturali ben distinti: parliamo di Cremona, da sempre legata alla tradizione meneghina, e di Mantova, perlopiù indipendente dal dominio milanese sebbene fu poi annessa nel Settecento al Ducato di Milano.

Ciononostante, ci è possibile tracciare alcune linee guida per imparare a riconoscere quelle che sono le peculiarità del mobile milanese e le tradizioni che fanno parte dell’antiquariato lombardo. Vediamo insieme.

Caratteristiche e stile del mobile lombardo

Dal Rinascimento fino al primo Settecento i mobili lombardi seguivano molto il gusto e l’istinto degli artigiani dell’epoca. I mobili e gli arredi sono semplici sia nelle forme che nelle finiture, e danno un’immediata sensazione di solidità. Come la nostra storia ci insegna, allora Milano non godeva di rapporti commerciali rilevanti, tantomeno di una corte che ne caldegiasse le arti come invece accadeva in altri ducati; questo aspetto è peculiare per giustificare la predilezione per la funzionalità e per la sobrietà nel mobile lombardo.

Per quanto riguarda la produzione ebanistica, troviamo cassettoni, canterani e inginocchiatoi domestici dalle forme particolarmente austere e geometriche, con qualche accenno di movimento concentrato nella parte frontale del mobile. I mobili milanesi e lombardi realizzati tra il Quattrocento e il Settecento sono mobili dalle forme severe con pochi ornamenti che rievocano la tradizione mobiliera del XVI secolo con lesene con putti alati o piedi ferini.

La decorazione era affidata al disegno naturale del legno oppure a raffinati intarsi realizzati con essenze scure a contrasto (come il legno di bosso) o con l’avorio. Possono nascondere scomparti segreti dove custodire effetti personali o piccoli ingegnosi sistemi di serrature. Caratteristico del bergamasco è il mobile con decori serigrafati che raffigurano soggetti animali o vegetali, mentre nelle commissioni di maggior pregio si possono trovare rappresentate scene riprese da incisioni.

C’è però un elemento della struttura costruttiva piuttosto insolito che distingue i mobili lombardi del primo Settecento, ovvero le cornicette intarsiate con legno d’ebano collocate attorno al bordo superiore del mobile: pannelli in radica di forma quadrangolare che si estendono a coda di rondine e si concludono con cartigli racchiusi entro le cornici, per conferire maggiore preziosità e movimento.

Tipico dello stile lombardo era l’armadio, molto capiente e si presenta solitamente a due ante e con ai lati delle lesene scolpite con putti e intagli di frutti e drappi. La comodità era una prerogativa della produzione mobiliera milanese e, più in generale, lombarda: il tavolo a fratino o a lira sono tra i più diffusi, e si possono trovare accoppiati con due consoles a mezzaluna a formare un solo elemento.

Le seggiole sono ampie e presentano schienali diritti, che possono essere provvisti di pannelli in tessuto o in pelle, oppure essere decorati con volute scolpite, e hanno braccioli terminanti a ricciolo.

Nel corso del XVIII secolo i mobili lombardi si alleggeriscono nella struttura e si arricchiscono nelle forme, che diventano più esili e ricercate; questo grazie alle influenze francesi e austriache, ma anche alla produzione di mobili genovese e veneta, dallo spirito fortemente rococò. Nel Settecento nel Veneto fu infatti il trionfo delle curve e dei decori floreali particolarmente aggraziati.

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