Descrizione articolo


Paesaggio di Montagna
300,00€
Periodo: 1900
Dimensione Articolo:
altezza: 60 cm
larghezza: 80 cm
Invia ad un amico
Sei interessato a questo prodotto?
Consegna in 72 ore!
Grazie agli accordi stipulati con le più importanti società di trasporti siamo in grado di consegnare entro 72 ore dall’ordine in tutta Italia!
Massima cura dell'imballaggio
L’attenzione e la cura negli imballi ci consentono da sempre di far viaggiare la merce acquistata con la massima tranquillità e sicurezza
Merce assicurata
Ogni spedizione è tracciabile ed assicurata per l’intero valore!
Certificato di autenticità
All’interno di ogni collo troverete i documenti fiscali ed il certificato di autenticità dell’oggetto.
Prodotti correlati
Lampadario Cristallo Restaurato funzionante del 1950 circa completamente ricondizionato in ogni suo componente. Dalle proporzioni compatte è dotato di 10 luci esterne con attacco E14 montato su candela in legno laccata più una luce E27 interna per un totale quindi di undici luci; è cablato per una potenza massima di 750 watt. Pesa kg. 13.
Ideale per illuminare la sala da pranzo o il soggiorno, il lampadario in cristallo si adatta a qualsiasi arredamento in stile classico.
Gigi Comolli Paesaggio Fluviale 1946 Olio su Tavola veduta della campagna intorno ad un fiume, il Ticino presumibilmente, esempio della sua pittura da cavalletto en plein air.
La tavola è firmata e datata in basso a destra GG Comolli 1946, si presenta entro cornice coeva laccata e lumeggiata in oro negli intagli. In buono stato di conservazione.
Gigi Comolli (Milano 1893-1976) si formò all'Accademia di Brera ed intraprese una carriera artistica che, dopo la prima Guerra Mondiale, lo portò ad esporre in diverse mostre presso la Società Permanente e ad alcune Biennali veneziane, oltre che in alcune gallerie milanesi (Scopinich, Ranzini, Salvetti, Dedalo e Ars Italica). Fu pittore principalmente paesaggista con predilezione per le campagne lombarde, ma si dedicò anche alla natura morta. Sue opere figurano a Milano nelle Collezioni d'Arte della Fondazione Cariplo, nella Galleria d'Arte Moderna e nella Quadreria dei Benefattori dell'Ospedale Maggiore.
Silvio Poma Paesaggio di Montagna Veduta Monte Rosa Primi Decenni del 1900. Grande dipinto ad olio, di prima tela raffigurante un paesaggio montano con cime parzialmente innevate, un alpeggio e mucche al pascolo. Firmato in basso a sinistra S. Poma, l'opera risale ai primi del 1900 e si presenta di prima tela e non ha mai subito restauri; quello che è un pregio perchè ci riporta il dipinto nella sua originaria integrità ha il piccolo difetto di avere la tela un pò lassa come dimostrato dalle pieghe in alto visibili anche nelle immagini pubblicate e qualche "sgoratura" della vernice a finire nella parte centrale del dipinto (a sinistra delle mucche). Inoltre con una pulitura salterebbero fuori le tinte originali dei pigmenti ed il quadro acquisterebbe una luminosità ed una profondità differente (per darle un'idea per quanto banale, la neve sulle cime delle montagne tornerebbe ad essere bianca e così tutta la scala cromatica del dipinto). La cornice è la sua originale in legno intagliato e dorato, dalla quale abbiamo solo rimosso il velluto che ricopriva il passe par tout che era irrimediabilmente consumato e che è stato sostituito con una laccatura avorio.
Silvio Poma (Trescore Balneario, 1840 – Turate, 1932), è un pittore italiano considerato uno dei più grandi paesaggisti del Verismo lombardo del secondo Ottocento.
Questa rilassante veduta di montagna, del Monte Rosa e dell'ampia vallata sottostante le pendici della parete est del massiccio, ripresa dal versante piemontese, presumibilmente da Macugnaga, proviene da una collezione privata milanese e si presenta in buono stato di conservazione.
Si è effettuato un intervento di pulitura della tela e la riparazione di una piccola lacerazione. Il dipinto si presenta ora come da immagine fotografica; una leggera lassitudine e minimi tagli sui bordi esterni, mascherati e protetti dalla cornice sarebbero riparabili solo foderando la tela.
Il paesaggio del Verbano ricorre con una certa frequenza nella produzione di Poma. L'opera ripropone il linguaggio verista che contraddistingue la sua pittura che si manifesta fin dagli esordi dell'artista, riferibili all'inizio degli anni Settanta, per mantenersi pressoché inalterato fino alla fine del secolo. La veduta in questione si vale di una struttura compositiva tradizionale, che prevede un primo piano indeterminato, con un agglomerato urbano appena accennato e indistinto, reso più vivace da alcune macchiette, dalle mucche al pascolo, contrapposto alla pittoricità panoramica del maestoso paesaggio di sfondo.
Partecipa come volontario alla II Guerra di Indipendenza e, in seguito, intraprende la vita militare, ma nel 1866 si congeda dall'esercito dopo aver contratto la malaria. Al suo rientro a Milano frequenta gli studi di Giovan Battista Lelli e Gerolamo Induno, entrambi pittori-soldati con i quali era entrato in contatto in occasione della campagna militare del 1859. Tolto qualche quadro storico, la sua produzione risulta, per la massima parte, costituita da paesaggi e marine, tra cui Il Monte Rosa e le Prealpi dal Lago Maggiore, esposto a Milano, alla mostra nazionale di belle arti del 1906.
Esordisce all'Esposizione di Belle Arti di Brera nel 1869, ma i primi riconoscimenti ufficiali giungono soltanto alla metà del decennio successivo: nel 1876 vince il premio Mylius dell'Accademia di Belle Arti di Brera con una tela di soggetto storico ambientato in un ampio contesto naturale di gusto romantico; nel 1877 un suo paesaggio è acquistato all'Esposizione Nazionale di Napoli da Vittorio Emanuele II. Fu uomo modestissimo e buono. A Bergamo, alla Galleria della Permanente, nel 1946 gli fu allestita una mostra commemorativa che comprendeva ventiquattro opere alcune delle quali assai significative.