Ghilli Antichità Milano » Mobili d’antiquariato: come riconoscere una riproduzione da un’opera autentica
I mobili d’antiquariato possiedono un fascino senza tempo, in grado di aggiungere un quid plus ad ambienti contemporanei, riportando in vita quella sensazione di benessere vissuta tra le pareti di casa nelle epoche passate. Da sempre associabili ad un certo prestigio, i mobili antichi riscuotono ancora oggi un enorme successo proprio perché sono esemplari unici o rari, per questo i prezzi di mercato sono tutt’altro che irrisori.
Non tutti i mobili riconducibili ad un’epoca passata rientrano però nella categoria dell’antiquariato; per poter essere considerati tali devono presentare delle caratteristiche precise che riguardano, principalmente, lo stile, le finiture e i materiali utilizzati. Aspetti, questi, che non sono sempre facilmente individuabili e quantificabili se non si è addetti ai lavori; per cui il rischio di acquistare mobili antichi che in realtà non sono altro che ottime riproduzioni, non conoscendone il valore reale, è dietro l’angolo.
Come si fa allora ad accertarsi che un oggetto sia effettivamente appartenente di quell’epoca? In linea generale, è sempre buona norma rivolgersi ad un professionista del settore, sia che dobbiate acquistare o vendere un bene di antiquariato di vostra proprietà: avere una valutazione tecnica affidabile vi consentirà non soltanto di accertarvi dell’operazione economica che vi apprestate a compiere, ma anche di tutelarvi da eventuali fregature. Tuttavia, con un’osservazione attenta e qualche conoscenza sugli stili e sulle epoche del passato non vi sarà difficile riconoscere un mobile autentico da una riproduzione (oppure da un falso), così da evitare eventuali brutte sorprese.
Vediamo come distinguere un mobile di antiquariato autentico, da un mobile in stile, e come riconoscere una copia da un falso.
Si considerano mobili d’antiquariato quei mobili risalenti a più di 150 anni fa, ovvero quelli prodotti prima della metà dell’Ottocento (come questa ribalta Luigi XV Ligure della metà 1700 interamente lastronata nella foto qui fianco). I mobili d’antiquariato di maggiore pregio sono quelli autentici, ovvero quelli realizzati da un ebanista con gli strumenti e le tecniche tipici del periodo al quale appartengono. Andando in ordine di gerarchia, in cima troviamo lo stile Rococò e il Barocco, seguiti dallo stile Luigi XVI, dal Direttorio e, infine, dallo stile Impero.
Il valore dei mobili antichi autentici aumenta se ben conservati e in possesso di tutti i pezzi originali, anche se è raro trovare un mobile antico che non sia mai stato oggetto di alcuna restaurazione, come ad esempio la sostituzione di maniglie, pomelli, piedini o altre piccole componenti.
A questo proposito, viene generalmente definito d’antiquariato un mobile che non presenta più del 30% di parti rimpiazzate, e che presenta restauri esclusivamente di carattere conservativo. I mobili fabbricati tra il 1850 e il 1940, con metodi artigianali da tempo superati, vengono semplicemente definiti mobili vecchi.
Ci riferiamo a quegli arredi definiti nel gergo comune “mobili della nonna”, realizzati in legno massiccio e con poche decorazioni. Questa tipologia di mobili abbonda nei mercatini e nei negozi antiquari, tuttavia, non essendo abbastanza “datati”, non hanno un gran valore economico.
I mobili di antiquariato non sono sempre mobili antichi originali, sul mercato si possono anche trovare mobili cosiddetti in stile: solitamente si tratta di riproduzioni più recenti di mobili tipici di epoche passate, costruiti con il fine di imitare un particolare stile artistico – come ad esempio una ribalta in stile Luigi XV. Questa tendenza ha avuto grande diffusione soprattutto nella metà del Novecento, con il reviver del Rococò e dello stile veneziano prima, e dei pezzi Biedermeier poi.
È importante che un mobile in stile o una copia venga dichiarato come tale; qualora venisse spacciato per originale da qualche mercante d’arte senza scrupoli, sarebbe invece un mobile falso. I mobili antichi in stile sono più economici rispetto a quelli di antiquariato originali, sebbene restino più cari dei mobili contemporanei, in quanto si tratta di pezzi unici realizzati da professionisti artigiani.
Con riproduzione si intende un mobile realizzato con il solo scopo di imitare in tutto e per tutto le caratteristiche di un mobile antico originale. Si tratta di una copia di un mobile caratteristico di un determinato periodo storico, realizzato per solo scopo decorativo. Spesso si realizzava un “pendant” soltanto per creare simmetrie in un arredo, come ad esempio due consolle da disporre ai lati di una finestra, oppure due comodini da inserire nella camera da letto, senza intenzione di realizzare un falso. In questo caso specifico si parla di riproduzione oppure di copia (purché dichiarato sul certificato di proprietà del mobile).
Quando viene definito un mobile falso? Quando i mobili di antiquariato vengono spacciati come autentici, ma in realtà sono soltanto delle imitazioni, si parla di mobili antichi falsi. Un mobile falso totale è un mobile integralmente realizzato con modalità e materiali incompatibili con le tecnologie dell’epoca a cui dovrebbe risalire.
Costruire un falso totale richiede competenza e maestria. Alcuni arredi non autentici sono così rifiniti e così ben realizzati da non essere poi così facilmente riconoscibili; i bravi falsari sanno riprodurre fedelmente le tecniche artigianali delle varie epoche, come patina e i difetti tipici di un mobile invecchiato naturalmente.
I mobili possono essere anche parzialmente falsi: è il caso degli arredi costruiti con pezzi di arredi recuperati da qualche mobile vecchio, ma troppo usurato per essere restaurato. Può essere considerato un falso parziale anche un mobile antico ma che è stato oggetto di eccessivi restauri o mal eseguiti che ne hanno compromesso la bellezza originale, sapientemente (ma anche non troppo) nascosti all’occhio del compratore.
Per un occhio non è esperto non è facile distinguere un mobile antico originale da un mobile in stile o da un falso realizzato in tempi più recenti, perché i bravi falsari hanno imparato a riprodurre abilmente le tecniche artigianali dei diversi periodi storici. Tuttavia, se si presta attenzione ad alcuni dettagli e si sa dove guardare, smascherarli sarà facile.. anche per dei non addetti ai lavori. In linea generale, i mobili cosiddetti d’antiquariato presentano delle peculiarità ben precise:
Una delle prime cose da guardare per risalire al periodo di realizzazione di un mobile di antiquariato è il suo colore. Solitamente, con il passare del tempo il legno perde alcune delle sue cromie originali e si tinge di sfumature che possono andare dal grigio al marrone rosato (ad esempio nei legni come il noce), al giallo (per legni come l’abete), all’arancione (come avviene nel caso del ciliegio e del faggio); cromie che non sono semplici da riprodurre applicando semplicemente della vernice sulla superficie di un mobile non invecchiato. Ne è un esempio questa scrivania francese Napoleone III del 1870 in legno di mogano. Se un mobile non presenta alcun segno di viraggio cromatico, probabilmente è un falso.
Un altro aspetto tipico dei mobili di antiquariato è la patina, ovvero lo strato superficiale del legno formato da polvere, cere, oliature e macchie che si viene e creare nel tempo, contribuendo a dare al legno quell’effetto “invecchiato” ricco di fascino e storia. La patina di un mobile antico non è mai troppo omogenea: per riconoscere se un mobile è realmente d’antiquariato, accertatevi che questo presenti schiariture nelle parti che sono più frequentemente esposte alla luce e all’usura (come superficie superiore e piani di appoggio), e che risulti più scuro nelle parti meno a vista (come cassetti, piedi e superficie interna). Per cui, se vi trovate di fronte a un mobile spacciato per antico che presenta una patina troppo uniforme, ci sono buone probabilità che si tratti di un pezzo contraffatto.
Il legno nel tempo si comporta come una sorta di spugna, assorbendo umidità in ambienti umidi e perdendone in ambienti più asciutti, fino a creare piccole crepe superficiali. Di conseguenza negli anni diventa progressivamente più compatto, e con una consistenza quasi “ossea”. Questa peculiarità è riscontrabile principalmente nei legni più teneri (come l’abete o il pioppo). Inoltre, i mobili antichi autentici presentano segni di imperfezioni e fori lasciati dai tarli, soprattutto nelle parti più nascoste come nelle parti laterali e dentro ai cassetti. Tuttavia, i bravi falsari sono capaci di riprodurre le piccole fessure lasciate dai tarli. Per capire se si tratta dell’opera di un falsario basterà osservarne la direzione: se questa si presenta tortuosa e irregolare probabilmente si tratta di qualcosa di autentico, se invece è troppo regolare ci sono grandi probabilità che questa sia falsificata.
I prezzi dei mobili antichi sono generalmente elevati: se dunque trovate un mobile antico ad un prezzo fin troppo vantaggioso, è possibile che si tratti di una riproduzione oppure di un falso. È improbabile che un pezzo di antiquariato venga proposto alla vendita ad un prezzo molto inferiore dal prezzo di mercato. Sono esclusi da questa premessa i mobili realizzati in stile particolarmente diffusi, come ad esempio i mobili Luigi XIV, XV e XVI che sono stati prodotti in serie e in grandi quantità.
I mobili antichi sono accomunati da una caratteristica molto frequente: la presenza di segni di restauro, come la sostituzione di maniglie, pomelli, ripiani interni o il ripristino della parti mancanti. I mobili realizzati tra il 1700 e il 1800 presentavano spesso dei rivestimenti sulla superficie, dei sottili strati di essenze di legno pregiato, come mogano, radica o palissandro, atti ad impreziosire la struttura nel suo complesso.
Col trascorrere del tempo le parti impiallacciate e lastronate dei mobili tendono a seccarsi e a staccarsi, e se queste vengono sostituite con analoghi elementi lignei, la differenza con il colore originale si nota. Un altro aspetto da tenere in considerazione quando ci si appresta a capire se un mobile realmente appartiene all’epoca con cui è stato datato è il suo metodo di lavorazione. I mobili di una volta venivano sempre tagliati a mano, con dei segacci, e uniti con incastri e chiodi lunghi e tutti diversi.
I segni lasciati dagli strumenti da taglio sono particolarmente visibili nelle parti meno in vista del mobile, come ad esempio dentro ai cassetti, nella scaffalatura, oppure nel retro della struttura. Per cui era praticamente impossibile che lo spessore risultasse uniforme su ogni singolo lato. Se un mobile si presenta troppo ben rifinito e proporzionato, è probabile che si stato costruito in tempi più recenti.
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