Lo Stile Art Déco
Lo stile Art Déco, sviluppatosi come reazione al liberty, affonda le sue radici nei primi anni del Novecento e giunse alla piena affermazione nel 1925, anno dell’Esposizione Universale delle Arti Decorative di Parigi, esposizione che da il nome al genere, chiamato anche Stile 1925, e ne segna, allo stesso tempo, apoteosi e caduta. L’Expo parigina del 1925 vide trionfare, fra i molti espositori stranieri, la speciale raffinatezza francese in varie categorie merceologiche, dall’ebanisteria agli accessori di moda: Parigi restava il centro internazionale del buon gusto anche negli anni critici seguiti alla prima guerra mondiale. Ma l‘Art Déco non nasceva con l’Esposizione, che fu semmai una sorta di rutilante rassegna di un fenomeno nella fase della sua tarda maturità, scaturito nella stessa Parigi intorno al 1910 ad opera di Paul Poiret, stilista dai molteplici interessi, rivolti alla completa riforma estetica dell’ambiente esistenziale moderno. Oltreoceano, gli Stati Uniti d’America aderirono più lentamente all’Art Déco, raccogliendone in un certo senso il testimone verso gli anni trenta, col caratteristico gusto per un modellato aerodinamico del cosiddetto Streamlining Modern, di cui furono artefici principalmente i designer Raymond Loewy, Henry Dreyfuss e Walter Dorwin Teague.
I Primi Passi

Al naturalismo di stampo ancora ottocentesco, l’Art Déco (o il Déco) contrappone forme stilizzate e geometriche, ora attingendo allo stile secessionista austriaco ed ora rivedendo e reinterpretando motivi rococò e neoclassici. Questo ritorno, sotto nuove forme, dell’ispirazione classica, é riscontrabile soprattutto in Francia, dove l’Art Déco si sviluppa maggiormente e dà i suoi frutti più raffinati, e in Italia, dove attinge alle radici della cultura nazionale , ma é presente quasi ovunque nella produzione degli Anni Venti i Trenta. Agli intenti di larga diffusione perseguiti dall’Art Nouveau, l’Art Déco contrappone una produzione volutamente limitata e spesso risolta nel pezzo unico, accurata e riservata ad un numero ristretto di clienti e propone una scelta di materiali preziosi e insoliti.
Il Tramonto
Con queste premesse è ovvio che la necessità di una produzione su scala industriale, che si affida ad un design pulito, atto alla riproduzione meccanica, decreta la fine dell’Art Déco; in occasione della mostra parigina del 1925 Giò Ponti sostiene con fermezza i vantaggi della produzione in serie e della collaborazione tra industria e arte, ma già con la nascita del Bauhaus in Germania nel 1919, era stata messa in luce l’esigenza di elaborare modelli adatti alla produzione industriale.
