L’importanza del restauro e la riscoperta dell’incanto

Ritrovare la bellezza antica e far rivivere l’arte che fu, gli obiettivi di un restauro.
Il restauro è una tecnica che si muove tra la manualità, la raffinatezza, il sapere e la cultura. L’improvvisazione non è prevista.

I regali che il passato ci ha fatto permettono di rivivere luoghi e tempi incantati, quando una famiglia utilizzava quel mobile, ci viveva intorno. Con il restauro è come se si tornasse a quel tempo, a quell’utilizzo. Artefice di questa magia è il restauratore, che dà nuova vita ai mobili antichi. Il restauratore deve conoscere le peculiarità artistiche di ogni epoca e tutte le tecniche di falegnameria utilizzate in quello specifico periodo storico.  Questo mestiere e la sua arte si riempiono di fascino, di meraviglia. Trovarli in piccoli vicoletti del centro di piccole e grandi città non fa altro che accrescere il pregio della loro fatica, quando in piccoli negozietti incontrano la storia e la fanno rivivere.

È impossibile pensare al restauro come qualcosa di meramente manuale. È arte della quale si debbono conoscere i segreti e le meraviglie.

Il restauro analisi e i primi passi

Il restauro parte dall’individuazione tecnica e artistica del mobile, dalla sua collocazione temporale, dai metodi che sono stati utilizzati per la sua realizzazione, dallo stile che lo caratterizza. Una volta conosciuti questi elementi è necessario stabilire con quale tipo di restauro di vuol proseguire: conservativo o integrativo. Il primo si occupa di “riparare” il mobile e riportarlo allo splendore iniziale, il secondo di ricostruire intere parti mancanti o seriamente danneggiate.

Dedicarsi da soli al restauro di un mobile d’antiquariato non è impossibile, ma abbastanza complesso. Non è possibile prescindere dai consigli di un esperto, soprattutto se il mobile ha un certo pregio. Ad esempio la patina di un mobile antico ha un valore immenso che mani poco esperte potrebbero danneggiare. È il racconto di quel mobile, i segni che il tempo ha lasciato, per cui è fondamentale saperla trattare. Non è la verniciatura, è molto di più. Mani esperte devono saperla esaltare liberandola da danni e imperfezioni.

Valutazione di un restauro

restauro mobiliCome accennato precedentemente non è possibile eseguire un restauro senza prima aver analizzato l’epoca e lo stile a cui il mobile antico o d’antiquariato appartiene. In questa fase è necessario decidere anche se il mobile ha bisogno di un restauro conservativo o integrativo.
In linea di massima un lavoro di restauro si svolge iniziando dalla falegnameria, si prosegue con la pulitura per poi arrivare alla lucidatura.
Molta attenzione richiedono anche le operazioni di pulizia, che mal eseguite potrebbero portare dei danni irreversibili.

I lavori di falegnameria iniziano con il ripristino o l’integrazione del mobile ed è buona norma salvaguardare più “antico” possibile. Ogni operazione deve essere fatta con il massimo della perizia e dell’attenzione, anche un piccolo errore potrebbe compromettere il valore del mobile antico.

In fase di analisi è buona norma scrivere tutti gli interventi che il mobile deve subire in modo tale da poterli seguire senza nulla dimenticare.

Decorazioni e restauro

I mobili del ’500 sono stati caratterizzati da un importante elemento decorativo: la cornice. Il Rinascimento porta con sé questi elementi decorativi dall’indubbio fascino e dall’elevato valore. La cimasa è la cornice più importante per i mobili a corpo alto come armadi o librerie. Questo elemento si trova nella parte superiore del mobile, lo rende imponente e gli dà conclusione. Nello stesso periodo i mobili diventano molto elaborati e molto grandi. Al Barocco appartiene la cimasa centinata. Ogni epoca storica ed artistica ha decorazioni di differenti forme e colori ma sostanzialmente si basano sulla combinazione studiata di gola rovescia, scozia, toro e listello. Per realizzare queste cornici si utilizzavano speciali pialle con taglio sagomato.

Il restauro e i cambiamenti artistici

L’utilizzo dei mobili risale al tempo degli Egizi, che solevano utilizzare tavoli e sedie. Da quell’epoca sono passate svariate migliaia di anni durante i quali si sono succedute correnti artistiche e stili differenti. I mobili hanno subito queste variazioni e con esse sono cambiati. Si sono arricchiti o impoveriti, si sono pregiati di decorazioni o sono stati ridotti all’essenziale. In ogni caso i mobili parlano di un’epoca, raccontano di quello che è stato. Con il Rinascimento i mobili acquisiscono importanza, mentre nel Barocco ha origine l’impiallacciatura, che consisteva nel ricoprire i mobili di legno non pregiato con un sottile strato di legno nobile.

Giunti nel ‘700 il mobile si arricchisce ma al tempo stesso diventa leggero, mentre l’800 vede l’inizio della produzione industriale. All’inizio del ‘900, con l’Art Nouveau, si ritorna alla realizzazione di mobili in stili e forme eleganti, spesso caratterizzati da forme geometriche e dall’utilizzo di altri materiali oltre il legno (plastica, vetro, alluminio).

Questa veloce carrellata storica è stata fatta per sottolineare, ancora una volta, a cosa si va incontro quando si parla di restauro. Il restauratore deve conoscere tutti questi stili per operare con serietà e cognizione. Solo conoscendo le epoche e gli stili è in grado di datare un mobile antico, ma è anche capace di riportarlo alla sua essenza.

La lucidatura

Per il restauro di mobili antichi alle volte basta solo la lucidatura. In questo senso il miglior risultato è assicurato dal metodo a tampone con gommalacca. La gommalacca è un materiale naturale ridotto a liquido che applicato sul legno, secondo alcune precise modalità, dona al mobile un aspetto lucido e asciutto al tatto.

Per lucidare un mobile con questo procedimento bisogna munirsi di pazienza e considerare almeno due o tre settimane di lavoro. Bisogna passare sulla superficie del mobile pulito un tampone imbevuto nella soluzione di gommalacca e alcool. Dopo questo passaggio è fondamentale far asciugare alla perfezione il mobile (ci potrebbero volere alcuni giorni) e poi, eventualmente, procedere con la seconda passata. Una volta terminata questa fase si passa alla brillantatura che consta nel passare un nuovo tampone con una soluzione di gommalacca molto diluita, in modo da eliminare qualsiasi tipo di macchia.

Restauro mobili impiallacciati

Come accennato in precedenza l’impiallacciatura ha origine durante il Barocco. Fino al XVI per la produzione dei mobili è stato utilizzato il legno massello, dal costo elevato soprattutto nellerestauro mobili essenze più nobili e rare. È con l’intento di risparmiare, non solo in termini di costi ma anche per preservare una particolare essenza, che si inizia a pensare di tagliare il legno in piallaci per ricoprire un intero mobile. I legni più pregiati spesso hanno anche delle sfumature e delle venature che li rendono caratteristici e fascinosi. Sono queste venature che arredano, che danno un tocco di unicità, che rendono speciale il mobile.

Nel momento in cui l’impiallacciatura si rovina c’è bisogno di sostituirla.

Come per il restauro dei mobili antichi anche in questo caso bisogna prestare attenzione a svariate regole e rivolgersi ad un esperto quando il mobile ha un elevato valore. Nel sostituire l’impiallacciatura è necessario ammorbidire la colla sottostante con una fonte di calore e un panno bagnato. I residui di colla vanno completamente eliminati con una spatola ed eventuali imperfezioni eliminate con una pialla a denti che rende la superficie zigrinata e permette una miglior adesione della colla.

Il restauro è riportare il mobile alla sua origine per questo è importante, nel caso dell’impiallacciatura, scegliere un legno che abbia le stesse venature di quello originale.


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