Il tutto tondo è una tecnica scultorea che consiste nel modellare un soggetto tridimensionalmente in ogni suo lato, senza il vincolo dello sfondo. Le opere realizzate tramite questa tecnica sono definite rilievi totali o, più semplicemente, sculture a tutto tondo. Un classico esempio di scultura a tutto tondo sono le statue, concepite in modo da poter essere contemplate da ogni angolatura, anche se spesso gli artisti prediligono un particolare punto di vista, che ne definisce l’intero assetto.
Fin dalle primissime esperienze di scultura astratta, il soggetto principale della scultura a tuttotondo è la figura umana. Sia che rappresenti divinità, figure sacre oppure scene di vita quotidiana, il tutto tondo si basa sullo studio dell’anatomia artistica e della struttura esterna del corpo umano, e di come questo si modifica in conseguenza ai movimenti e alle emozioni.
I materiali tradizionalmente usati per le sculture a tuttotondo sono la terracotta, la pietra, il gesso, il legno, l’avorio, i metalli e le pietre preziose. Tuttavia, oltre ai materiali tradizionali, si possono realizzare rilievi totali con un’infinità di altri altri materiali meno “ortodossi”: nella scultura moderna e contemporanea soprattutto sono ampiamente impiegati i materiali plastici, le resine e quelle materie comunemente definite “povere” (come cartapesta, colle, stoffe, fili metallici etc.).
Caratteristiche delle sculture tutto tondo
Le sculture tutto tondo sono costituite da diverse facce contrapposte: frontale e posteriore, superiore e inferiore (che corrisponde al basamento della statua) e due laterali. Solitamente la parte frontale è la più complessa e articolata, quella cui l’artista dedica maggiore cura e che assume un ruolo di primo piano su tutte le altre. Se inserita in un spazio aperto, la scultura tutto tondo diventa l’elemento centrale dello spazio circostante, con il quale si pone in relazione dialettica.
I gruppi scultorei concepiti in modo da suggerire una situazione dinamica, ad esempio, obbligano il fruitore ad un movimento motorio, oltre che percettivo, intorno alla scultura per scrutarne ogni particolarità e dettaglio, innescando un moto ascendente senza fine. Questa peculiarità è osservabile soprattutto nelle opere del Bernini o di Michelangelo.

“La pietà” di Michelangelo Buonarroti (1497-1499), conservata nella Basilica di San Pietro è un classico esempio di scultura definita a tutto tondo
Le fasi di lavorazione del tutto tondo
Il processo di lavorazione di una scultura tutto tondo prevede diverse fasi:
- la realizzazione del modello in creta oppure in gesso in scala reale sulla base di bozzetti preparatori, per valutare le dimensioni dell’opera e l’effetto finale
- la trasposizione del modello sul blocco definitivo, fissando i punti di massima sporgenza e di rientranza dell’opera da realizzare
- la sbozzatura grossolana del soggetto per togliere l’eccesso di materiale, generalmente realizzata attraverso seghe, scalpelli o smerigliatrici, a seconda del materiale della scultura
- la lavorazione finale, che si avvicina alla forma finita della scultura e prevede l’impiego dei medesimi utensili della fase precedente o strumenti di taglio di misura inferiore
- la rifinitura della superficie e di tutte le parti più delicate del tutto tondo; la superficie scultorea dell’opera si rifinisce con diverse tecniche, quali levigatura (realizzata per mezzo di raspe sottili e abrasione con pomice o sabbia), patinatura (che prevede la stesura di una patina di vernice trasparente o della cera), ammanitura (per rendere la superficie liscia e senza irregolarità, pronta per accogliere eventuali trattamenti o dorature) e policromia (che implica la decorazione con vari colori)
Immagine in evidenza: “Apollo e Dafne” di Gian Lorenzo Bernini (1622-1625), Galleria Borghese di Roma. Tutto tondo, gruppo scultoreo realizzato con il marmo di Carrara