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Guida allo stile del mobile d’epoca: stile Luigi XVI

Lo stile Luigi XVI si affermò in Francia intorno agli anni Ottanta del Settecento come reazione agli eccessi del Rococò, lo stile che caratterizzò il XVIII secolo francese, e si diffuse rapidamente conquistando il plauso di tutta Europa. Si contraddistinse per le linee classicheggianti e sobrie, ispirate all’epoca greca-romana, e per l’abbandono delle forme asimmetriche e bombate tipiche dello stile Luigi XV, con uno snellimento degli elementi decorativi. La peculiarità dello stile Luigi XVI era il rinnovato interesse per la cultura classica, che trae la sua origine nel ritrovamento dei reperti archeologici durante gli scavi di Ercolano e di Pompei del 1748, in occasione dei quali vennero rinvenuti resti di edifici delle civiltà antiche. Re Luigi XVI non ebbe dunque un ruolo rilevante nello sviluppo del nuovo stile, ma fu piuttosto il rinvenimento dei reperti archeologici (in particolare, i mosaici e gli affreschi ritrovati nei siti archeologici) a scaturire l’interesse degli artisti e degli artigiani per la cultura greca e romana: il modello classico divenne così lo standard da emulare per tutte le arti, quale esempio di perfezione etica ed estetica.

Lo stile neoclassico trovò espressione negli affreschi delle dimore aristocratiche e nei dipinti raffiguranti scene della mitologia greca; anche l’architettura evocava il mondo classico, in modo particolare nelle linee severe e simmetriche, con colonne, timpani e cornici che definiscono le abitazioni private e gli edifici pubblici. Caratteri che influenzeranno anche la produzione ebanistica e l’arredamento dell’epoca, ponendosi in netta contrapposizione con lo stile pomposo e ricco di elementi ridondanti del Rococò settecentesco.

 

Caratteristiche dello stile Luigi XVI nell’arredamento

Lo stile Luigi XVI si caratterizza per le linee sobrie e raffinate, gli arredi presentano forme geometriche rigorose e semplici, ma curate minuziosamente in ogni loro dettaglio. La precisione della tecnica di esecuzione è tale da impedirne la riproduzione in serie e qualsiasi imitazione. Lo stile che contraddistinse la reggenza di Luigi XVI è considerato il periodo più alto dell’ebanisteria francese e, in generale, nella storia del mobile: gli interni delle residenze nobiliari venivano commissionati ai migliori ebanisti dell’epoca, come Jean Henri Riesener, Guillame Beneman e Adam Weisweiler, tutti e tre di origine tedesca.

Per la produzione ebanistica venivano usati legni perlopiù chiari, i più comuni erano il rovere e il ciliegio, molto richiesti anche legni più esotici e bruni, come l’ebano e il mogano. Per realizzare gli intarsi ed effetti chiaroscurali invece si privilegiano le lastronature di pianta da frutto, come noce, palissandro, bosso e bois-de-rose. La superficie del tavolo Luigi XVI, così come le base dei cassettoni e delle consoles, sono spesse coperte da ripiani di marmo chiaro, preferibilmente di Carrara, mentre le sedie, i divani e le poltrone hanno rivestimenti eleganti in pura seta, impreziositi da piccoli dettagli decorativi come fiorellini, festoni vegetali, ghirlande oppure medaglioni. Per le decorazioni si attinge al repertorio classico, con ornamenti caratterizzati da motivi geometrici e inserti leggeri in bronzo dorato, e con richiami alla botanica.

 

I mobili Luigi XVI sono realizzati con intarsi e rilievi rappresentanti scene mitologiche e chimere, ma anche rappresentazioni diversificate a seconda della loro collocazione, come trofei musicali, ad esempio, per la stanza della musica, oppure scene d’amore e frecce di Cupido, per il soggiorno o la camera da letto. Frequenti anche le decorazioni ad intarsio con motivi floreali, con corone, colombe, foglie d’alloro e tralci di rose disposti simmetricamente lungo i fianchi del mobile, sul ripiano e sui cassetti. La linea strutturale del mobile si fa più rigida e snella, con gambe dritte e affusolate a sezione quadrata e piedi a forma piramidale o conica; le maniglie sono ora pendenti, contornate da piccoli perlinati.

I mobili più diffusi sono il tavolo-consolle e la comode, sebbene ci sia un largo impiego di scrittoi, tavoli da gioco e da tè. Il comò in stile Luigi XVI ospita tradizionalmente un piano in marmo e lastronature in ebano frontalmente e lateralmente, gli esemplari più pregiati possono essere arricchiti con elaborati intarsi e raffinate applicazioni bronzee. È di questo periodo la nascita di un nuovo tipo di mobile, la vetrina, nella quale conservare ed esporre le porcellane, i cristalli e oggetti da collezione. Le poltrone e le sedie diventano più rigide e meno confortevoli dei modelli che hanno caratterizzato lo stile precedente, ma acquistano leggerezza e maggior eleganza; gli schienali possono essere piatti oppure presentare delle curvature ad arco regolare, mentre le gambe sono a forma di colonna, affusolate e con scanalature verticali, e piedini a dado. Anche i mobili destinati alle stanze da letto traggono ispirazione al mondo classico: il letto è a baldacchino e presenta montanti a forma di colonna, con fusto scanalato di matrice tipicamente greca, che si concludono con pomi o pigne, intagliati nel legno oppure effigiati in bronzo dorato.

 

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